Lecce, cambiare allenatore non serve a nulla, lo dicono le statistiche

L’esonero del tecnico a stagione in corso nella maggior parte dei casi produce effetti benefici solo nel brevissimo termine, tutto, poi, torna come prima. A Lecce i cambi in panchina non hanno mai portato a nulla di buono.

Esonerare l'allenatore non serve a nulla. Tutti gli studi sono d’accordo nel quantificare in nullo il contributo di un licenziamento del tecnico per migliorare le prestazioni di una squadra, validando così la teoria del “capro espiatorio”.
  
In alcuni casi, addirittura, si rivela un lieve peggioramento dei risultati, confermando l’ipotesi del “circolo vizioso”. In pochi altri, i risultati migliorano nel brevissimo termine, probabilmente per effetto di una bomba di adrenalina motivante, ritornando al loro corso naturale dopo poche partite, giusto in tempo per giustificare l’ipotesi del “senso comune”.
  
La performance dell’allenatore è misurata attraverso diversi indicatori: il numero di punti guadagnati in ogni partita dalla squadra (il Lecce di punti ne ha collezionati ben 61 ed è secondo dietro all'ottimo Foggia), il numero di gol segnati e il numero di gol concessi.
  
Un primo approccio consiste nel confrontare quanto ottenuto dal nuovo allenatore rispetto a quello precedente. In media, come emerge da alcuni studi elaborati in serie A negli ultimi anni, un nuovo manager sembra ottenere più punti per partita rispetto al precedente portando la propria squadra a segnare più gol e concederne meno sebbene quest’ultima differenza non sia statisticamente significativa. Sulla base di questi dati, si potrebbe concludere che l’esonero di un allenatore di una squadra in serie negativa possa condurre a risultati migliori.
  
Ma questo non è il caso del Lecce e per chi ha buona memoria non si può certo dimenticare la stagione calcistica  2014/2015 quando i Tesoro esonerarono prima Mister Lerda e dopo quattro giornate il suo sostituto Pagliari per poi affidare la squadra a Bollini fino alla fine del campionato il quale, però,  non riuscì nemmeno a conquistare un posto nei i play-off.
  
È anche vero che non sempre gli allenatori sono responsabili di tutto ciò che non funziona in campo anche se, alla fine, sono immancabilmente quelli che pagano il prezzo più alto.
  
"Non si può licenziare un'intera squadra, meglio provare con il tecnico" è la spiegazione che storicamente accompagna gli esoneri. Nemmeno si può mandar via un presidente e difficilmente accade con il direttore sportivo che ha sbagliato compagna acquisti. Però la via più semplice è anche quella che rende meno perché spesso le squadre vanno male semplicemente perché sono male assemblate, scarse o non animate da furore agonistico.
  
Cambiare allenatore non serve a niente. O, meglio, serve spesso a poco quando non crea veri e propri danni. A questo punto del campionato, mancano solo otto partite all'epilogo, tutti, dico tutti, hanno il sacrosanto dovere di stringersi intorno alla squadra e sostenerla per il bene del Lecce, della città e del Salento!
 
Ivan Vedruccio



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