Domenica il Lecce a San Benedetto. Lo stadio ‘Riviera delle Palme’, un tabù da sfatare

Mancano pochi giorni alla gara di andata degli ottavi dei Play Off e l’impianto dove giocano i rossoblu è stato spesso teatro di delusioni per i salentini. Un ricordo su tutti lo spareggio perso con il Cesena nel 1987 valido per l’accesso in Serie A.

Sambenedettese-Lecce è un tuffo negli anni ’80 quando si giocava tutti la domenica pomeriggio, l’unica interferenza alla partita era al massimo la radiolina sintonizzata su "Tutto il Calcio Minuto per Minuto" e, soprattutto, per i colori rossoblu, si giocava in Serie B.
  
Domenica prossima i salentini tornano al "Riviera delle Palme", dove mancano esattamente dal 20 settembre 1987, quando furono inaspettatamente sconfitti dalla Samb del “messicano” Angelo Domenghini, grazie ad un gol nel finale di Galassi.
  
Nella circostanza la sconfitta il Lecce la meritò tutta se non altro per non aver cercato prima la vittoria. Una debacle che faceva il bis con quella subita dai giallorossi pochi mesi prima, il 12 aprile 1987, quando la Samb vinse 2-1, con gol di Ferrari al settimo minuto del primo  tempo con una precisa e lineare azione che il calciatore rossoblù concluse nel miglior dei modi. Nel finale Turrini, dopo il pari di Paciocco (Carletto Mazzone in panchina coi pugliesi), con una secca e micidiale conclusione dal limite chiuse di fatto il match.
  
Tra i numerosi incontri allo stadio marchigiano spicca, però, un Samb-Lecce 1-3, prima giornata del campionato di Serie B del 1984-85, che vide al termine del torneo la prima promozione dei giallorossi in Serie A (culminata con la retrocessione, ma con il famoso Roma-Lecce 2-3 che valse la vittoria del campionato della Juve). Da notare che in quella gara la rete della Samb fu siglata da Stefano Borgonovo, all’esordio coi rossoblù.
  
Lecce e il “Riviera delle Palme” sono uniti anche dal ricordo, sempre amaro per i pugliesi, relativo allo spareggio con il Cesena per l’approdo alla Serie A. Era addirittura l’8 luglio 1987 e in una San Benedetto in pieno afflusso turistico si aggiunsero circa 3mila tifosi del Cesena e più del doppio arrivati da Lecce.
  
Quell'incontro fu una cocente delusione per il popolo salentino che vide la squadra cesenate passare in vantaggio dopo una punizione calciata a parabola da Sunguin  sulla quale  Bordin, al 3° del primo tempo, battè Negretti. Al 39° Panero, ben servito dalla sinistra da Vanoli, ristabilì  la situazione di parità tra le due formazioni non esitando a depositare in rete la palla passatagli dal compagno. Al 20° del secondo tempo Agatino Cuttone riportò in vantaggio la squadra romagnola con un preciso colpo di testa da distanza ravvicinata che non diede scampo all'estremo giallorosso. Prima del triplice fischio del Sig. Casarin il Lecce ebbe nei piedi di Tacchi  prima e Agostinelli poi le palle del potenziale pareggio, ma come tutti sappiamo quel match si chiuse col Cesena promosso in serie A.
  
Valeva la pena fare una breve cronaca di quella partita se non altro per sfatare quell'incantesimo che vuole il Lecce al "Riviera delle Palme"  vittorioso solo due volte su diciassette incontri e per il resto solo pareggi e sconfitte e quindi risultati non pienamente positivi. 
  
Un campo davvero stregato quello di San Benedetto che il Lecce proverà a violare poiché il suo organico, per chi se ne fosse dimenticato, è stellare e può dare filo da torcere a chicchessia e in ogni dove.
  
Ivan Vedruccio



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