Eder-Pellè: la coppia che incantò la Primavera di Rizzo nell’estate 2004. E i bagni alla Poesia di Roca…

Eder Citadin insieme a Graziano Pellè, coppia d’attacco titolare della Nazionale nella missione azzurra agli Europei, giocarono nella Primavera del Lecce nell’estate del 2004, durante il ritiro di Cascia. Poi al rientro la società giallorossa lo mandò all’Empoli.

Bella la Nazionale di Antonio Conte. Ma forse ancor più bella perché i salentini la sentono loro e non si fa certo fatica a etichettarla proprio come la ‘Nazionale salentina’, con il mister e suo fratello Gianluca, con il centroavanti Graziano Pellè di Monteroni e con l’eccellente trainer e nutrizionista Tiberio Ancora.
 
Eppure, caso strano del destino, questa Nazionale sarebbe potuta essere ancora più salentina se nell’estate del 2004 l’allora giovanissimo attaccante brasiliano Eder, appena arrivato in Italia e subito affidato alle cure di Pantaleo Corvino e del suo staff, fosse rimasto un po’ di più sul nostro territorio, invece di fare la fugace presenza che poi fece.
 
Già, perché proprio nel 2004 i procuratori Andrea Bagnoli, Eugenio Arcari e il figlio di Nelson Ricci, dopo aver pescato nella serie B brasiliana questo attaccante dal baricentro basso e dai muscoli esplosivi, con un invidiabile vizietto del gol, decisero di affidarsi al talento di Pantaleo Corvino per far crescere il ragazzo.
 
Eder Citadin Martins si allenò a Cascia, in Umbria, con la Primavera giallorossa di Robertino Rizzo, quella Primavera delle meraviglia di cui facevano parte proprio l’attuale attaccante azzurro Graziano Pellè e i vari Giorgino, Camisa, Agnelli, Mattioli, Esposito, Giorgetti. Il giovane talento cresceva sotto lo sguardo meravigliato di Gino Dimitri, grande talent scout al cui intuito è legato il successo di tanti giovani calciatori che ancora calpestano l’erba di prestigiosi rettangoli di gioco.
 
Quella Primavera di Rizzo giocava con il 4-3-3 e il tridente di attacco era un vero e proprio tridente delle meraviglie: Eder esterno di destra, Pellè punta centrale, Mattioli esterno mancino. Inutile dire quello che si intravedeva in una squadra che di suo era la più forte d’Italia.
 
Finito il ritiro di Cascia la truppa ritornò nel Salento; l’alloggio per i calciatori non salentini era fissato al Pastor Bonus, il nuovo seminario. Ma proprio nei giorni di Ferragosto la struttura chiudeva per tre giorni e il giovane brasiliano fu immediatamente ‘adottato’ da Don Damiano Madaro e Gino Dimitri che lo portarono nella bellissima marina di Roca.
 
Memorabili i bagni tra le spiagge più belle della rinomata località balneare di Melendugno e nella Grotta della Poesia. Nel momento di riprendere la normale vita sportiva, però, le scelte della società leccese furono diverse: Eder non fu trattenuto e venne mandato nella Primavera dell’Empoli, dove non fece fatica a emergere alla grande.
 
Nemmeno la Primavera di Rizzo, a dire il vero, ne risentì, poiché vinse tutto quello che c’era da vincere, ma immaginate quale sarebbe stata la storia sportiva del Lecce se Eder e Pellè avessero trovato lo stesso spazio che adesso Antonio Conte ha ritagliato loro in Nazionale?