La semifinale d’andata dei playoff se la aggiudica il Foggia che si impone al ‘Via del Mare’ dopo una prestazione maiuscola, da vero manuale del calcio. Per il Lecce è invece è una partita da archiviare al più presto: il 2-3 finale (ecco la cronaca della partita) lascia aperte le speranze promozione, ma Braglia dovrà inventarsi qualcosa di magico per approdare in finale.
Perucchini, 5.5: il Foggia lo prende a pallonate ma le colpe dei tre gol presi non si possono attribuire a un portiere lasciato dai suoi difensori in balia dell’attacco dei Satanelli. Al 20’ vola sul tiro dalla distanza di Agnelli e ritarda per qualche minuto il terzo gol dauno.
Alcibiade, 5.5: Chiricò lo lascia letteralmente sul posto quando al 6’ si invola sulla sinistra e mette in mezzo dove Iemmello può siglare la sua doppietta. Sostanzialmente trascorre gran parte della prima frazione così, con il brindisino del Foggia come spina nel fianco. Si impone solo caratterialmente, ma dopo un quarto d’ora dall’avvio della ripresa viene sostituito.
dal 15’ s.t. Surraco, 6- : escluso dai titolari entra in campo nel corso della seconda frazione e inizia a ingaggiare sfide personali contro tutti. Guadagna qualche punizione utile a far salire la squadra.
Cosenza, 5: è il peggiore di una difesa che oggi ha mostrato limiti forse mai visti in stagione. Si fa scavalcare dal pallone che Iemmello deposita in rete dopo appena 3 minuti e una manciata di secondi più tardi si perde ancora il bomber di De Zerbi che deposita alle spalle di Perucchini. Soffre tantissimo le palle lunghe e in velocità fa fatica a imporsi.
Abruzzese, 6- : è l’unico a guadarsi, a fatica, la sufficienza nel pacchetto difensivo. Il più delle volte è costretto a mettere una pezza dopo gli errori dei suoi compagni anche se, a tratti, anche lui cede a qualche imbarazzo. È suo l’appoggio decisivo di testa per l’1-2 di Moscardelli al 37esimo.
Legittimo, 5.5: Il tris calato da Sarno avviene proprio dalle sue parti. La sua è una gara di sofferenza in difesa e di alterne fortune in fase di spinta. Ammonito dall’arbitro al 35’ della prima frazione dopo un duro faccia a faccia con Gerbo. Meglio nel secondo tempo.
Lepore, 6: tanta corsa e tanto sacrificio, come sempre, per il leccese puro sangue. Ma il primo tempo è di grandi patemi d’animo anche per lui che si rende pericoloso solo con un colpo di tacco al 25’. Cresce nella seconda frazione dove si sa imporre nel ruolo di quarto di difesa. Poi il gol su rigore alla mezzora della ripresa che mantiene accese le flebili speranze di promozione. Si becca il giallo proprio al 90’.
Salvi, 4.5: il centrocampo è di dominio foggiano. Gli uomini di De Zerbi imbrigliano il duo di metà campo salentino; per Salvi la partita è una continua rincorsa del pallone, spesso a vuoto. Non vince un rimpallo e il suo supporto viene fuori solo in fase finale con qualche appoggio.
Papini, 4.5: Agnello e Gerbo si prendono le chiavi del centrocampo e, al pari del suo compagno di reparto, soffre da matti il tiki-taka dei Satanelli. Sbaglia tanti appoggi, troppi e nemmeno in fase di copertura riesce a dare manforte ai suoi compagni. Tra le peggiori prestazioni della stagione.
Liviero, senza voto: proprio contro il Foggia in campionato sfoderò una delle sue migliori prestazioni. Da un suo timido pressing, Gerbo crossa in area per Iemmello e il Foggia si porta in avanti. La sua partenza è da dimenticare, le gambe tremano e dopo appena 20 minuti Braglia torna sui suoi passi e lo richiama in panchina.
dal 21’ p.t. Caturano, 6– : tira incredibilmente alto al 32’ quando, dopo una respinta sbilenca di Narciso, spara alto sopra la traversa da una buona posizione, ma è dal suo ingresso in campo che il Lecce inizia a giocare. Pecca di precisione in alcuni frangenti, ma si muove e si dimena.
Doumbia, 6- : salva la sua prestazione per il fallo da rigore subito al 23’ della ripresa e che permette a Lepore di accorciare ulteriormente le distanze. Per il resto è una gara senza particolari spunti la sua e dal franco-maliano tutti si aspettano continui uno contro uno per mettere in difficoltà l’avversario di turno. Ammonito al 17esimo del secondo tempo dopo un fallo tattico su Iemmello.
dal 38’ s.t. Sowe, 6: entra, punta l’uomo, lo supera e crossa al centro. Quello che fino a quel punto non si era ancora visto. Forse una decina di minuti in più per lui avrebbero fruttato qualcosa in più. All’ultimo respiro si ritrova sui piedi la palla del 3-3, ma è già troppo sbilanciato e ciabatta fuori.
Moscardelli, 6+ : troppi tocchi per il bomber italo-belga, alcuni di pregevole fattura, ma mai rapidi. È suo comunque il gol al 37’ che accorcia le distanze. Al 10’ della ripresa pesca una rovesciata che si perde di poco sul fondo: meritava ben altre fortune. Coglie anche un palo e la sua è ancora una partita di sacrificio e di dura lotta, ma non sempre ne esce vincitore.
Braglia, 5: nella gara di ritorno in campionato schierò uno scacchiere che interpretò la gara alla perfezione. Oggi sceglie gran parte di quell’undici titolare ma la partenza è da film horror. Il Foggia va in gol per due volte in appena sei minuti, con una difesa incapace di contenere le manovre offensive daune. Il Lecce per venti minuti non esiste: lui rivede i suoi piani e getta nella mischia Caturano. Solo da quel momento i giallorossi iniziano a giocare, ma la gara aveva già preso binari ben precisi. Il carattere viene fuori alla distanza, il Lecce accorcia il tabellino per due volte, ma cade in casa e domenica prossima allo ‘Zaccheria’ servirà l’autentica impresa della stagione.