Parla Mister Mimmo Renna: «Gruppo e ambiente, vi spiego i segreti del miracolo Bari»

Il bari ha raggiunto i play off dopo una splendida cavalcata. Di questo, di Mister Alberti e del suo passato barese, ci ha parlato Mister Renna, leccese doc, con un passato importante sia da calciatore che da allenatore

Nella stagione 1975/76 riportò il Lecce in Serie B dopo 27 anni, ma il suo nome si lega anche ad altre grandi imprese, come quella sulla panchina dell'Ascoli dei record nella stagione 1977/1978, in cui i marchigiani ottennero la promozione in Serie A con due mesi di anticipo e stabilirono il record assoluto dei punti totalizzati in un campionato cadetto a venti squadre: 61 (2 punti a vittoria) con 26 vittorie, 9 pareggi e 3 sconfitte. Dal 1979 al 1981, inoltre ha allenato il Bari e ha avuto modo di conoscere la famiglia Matarrese che si era appena insediata ai vertici della società pugliese.

Stiamo parlando di Antonio Renna, detto Mimmo, nato a Lecce il 2 Marzo 1937, ex allenatore e calciatore italiano, di ruolo attaccante (Lazio, Lecce, Bologna, Livorno sono state alcune delle squadre in cui ha militato da giocatore). Proprio per il suo passato a Bari, abbiamo parlato con lui del momento magico che il capoluogo pugliese sta vivendo dal punto di vista calcistico, della ritrovato entusiasmo in città e sugli spalti e dell’impresa compiuta quest’anno dalla compagine biancorossa che, dalle sabbie mobili della zona retrocessione, è riuscita a compiere l’impresa di raggiungere i play-off, certificati dalla vittoria di ieri sera contro il Novara. “Una vittoria per tutto il mondo del calcio, queste sono le cose che fanno bene a questo sport”. È questo il primo pensiero che Mister Renna ha voluto dedicare al ‘miracolo’ Bari.

Sulla gestione Matarrese dice: “Io ho avuto la fortuna di conoscere Vincenzo, grande uomo e grande dirigente, con cui ho avuto un ottimo rapporto, quasi come un fratello. Nell’ultimo periodo non avevo più rapporti diretti con l’ultima società e quindi non conosco bene le dinamiche di quanto è accaduto per poterne parlare.

Certo è che forse è mancata la voglia di continuare a fare il bene del Bari. Devo fare i complimenti, invece, a Gianluca Paparesta che ci ha messo la faccia, ha fatto vedere che il Bari gli sta a cuore ed è stato fondamentale per il rilancio della società. Mi piace il suo essere ambizioso ed il suo modo di parlare e sono sicuro che con lui il Bari tornerà a recitare un ruolo da protagonista. Tanto è vero che si dice voglia riportare in biancorosso Antonio Cassano e per i tifosi sarebbe un sogno”.

Nel 1990/1991 il tecnico salentino ha allenato l’attuale allenatore del Bari, Roberto Alberti per cui ha parole al miele: “Già da giocatore si vedeva che aveva la stoffa per diventare allenatore. Credo di non esagerare se dico che lui è uno dei principali artefici di questo miracolo sportivo. 10 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte (le ultime 14 partite dei biancorossi) sono un trend straordinario, un cammino da Serie A che ha permesso alla squadra di aprire scenari impensabili fino a qualche giornata fa.

Oltre all’allenatore sono altri due i fattori decisivi per raggiungere risultati del genere: l’entusiasmo della gente ed il gruppo. Io nei miei anni ad Ascoli ho sempre fatto affidamento su un gruppo fantastico, coeso, unito nelle difficoltà e con grandi valori morali e caratteriali. Se ci sono determinate caratteristiche, all’interno di una squadra, si può anche giocare male, ma il bandolo della matassa si trova sempre. I tifosi, poi, hanno fatto il resto. Vedere quasi 50mila persone per una partita di Serie B è un’immagine che fa bene al calcio, soprattutto al nostro calcio. Questa è sempre stata una virtù della gente di Bari, anche quando c’ero io, i tifosi erano sempre presenti”.

In riferimento al ‘sogno' chiamato Serie A per la compagine biancorossa, infine, Mister Renna dice: “Beh, ora sognare non costa nulla. Se si è riusciti a portare al termine un campionato del genere, senza società e tra mille insidie, non vedo perché non si può puntare in alto in partite secche dove contano solo i 90’ (o al massimo 180’). Sarebbe davvero una pagina indimenticabile di calcio ed un coronamento di un’impresa che, già così, resta storica”.
   



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