Perucchini croce e delizia, ma il Lecce crolla nella ripresa. Le pagelle del derby contro la Virtus Francavilla

Perde in trasferta il Lecce sul campo della sorprendente Virtus Francavilla. Partita rognosa che i giallorossi non riescono a vincere: Perucchini ci mette del suo in occasione del 2-1, Doumbia prova a mettere brio, Caturano è impalpabile. Torromino entra e rimedia un rosso.

Cade il Lecce, cade nel derby salentino contro la Virtus Francavilla. Partita difficile doveva essere, ma nessuno la attendeva così tanto complicata: finisce 2 a 1 per la formazione di mister Antonio Calabro che tira un brutto scherzo al ‘suo’ Lecce grazie alle reti di Prezioso e Galdean, uno per tempo. Il gol di Lepore (il gol numero 3.500 nella storia del Lecce in un campionato professionistico) porta solo momentaneamente i giallorossi sul pari. Nel secondo tempo il Lecce non da segni di vita e perde la testa della classifica.
 
Perucchini, 6- : partita dai tanti volti per lui che si concede errori, ma  fa vedere anche grandi numeri. Difficile dire se abbia colpe sul gol di Prezioso dalla distanza: è stato un tiro potente e preciso. Vola su Galdean al 65esimo, ma viene mandato fuori tempo dal lieve tocco di testa dell’ex Abruzzese che lo sorprende e deposita per il 2-1: poteva fare qualcosa di più in anticipo. Mantiene in piedi la partita con una straordinaria sul contropiede di Nzola al 73’, restando in piedi fino all’ultimo.
 
Ciancio, 6: non spinge come in altre occasioni, ma quando serve sa come affacciarsi in attacco. Dalle sue parti la Virtus si affaccia soprattutto nel corso della seconda parte di gara, quando tutta la formazione di Padalino aveva perso la bussola.
 
Cosenza, 6: impegna severamente i riflessi di Albertazzi al 36’ quando, sugli sviluppi di un calcio piazzato, la tocca di punta sfiorando il gol. Ammonito sul finire di primo tempo per una trattenuta su Nzola. Partita rocciosa per una delle colonne della difesa di Padalino, fatta anche di aggressività e cattiveria agonistica.
 
Giosa, 6+: a lui l’arduo compito di contenere il massiccio Nzola, compito che assolve in modo più che discreto. È lui certamente il migliore del Lecce: non sbaglia un tempo, anticipa sempre l’avversario e non smette di incitare i suoi (e gli avversari a darsi una mossa).
 
Agostinone, 5.5: come al solito si concede qualche errore, tanto in fase di copertura, quanto in quella di anticipo. Cerca di contenere come può, riuscendoci solo a tratti. Nel secondo tempo la Virtus spinge anche dopo il gol del vantaggio e viene richiamato in panchina.
 
dal 78’ Torromino, 4.5: pronti-via e costringe D’Alessandro al fallo che costa al brindisino il secondo cartellino giallo. Poi, complice il nervosismo per lo svantaggio, perde la testa e rifila un calcione a un avversario che gli costa il cartellino rosso dopo 10 minuti dal suo ingresso in campo. Sciupa così l’occasione di rimettersi in mostra.
 
Arrigoni, 6- : ci mette un po’ prima di ingranare, ma quando lo fa non sforna una prestazione come invece ci aveva abituati a vedere in altre occasioni. Soffre a tratti il robusto e imbottito centrocampo brindisino. Da sottolineare alcune sue buone giocate che però non danno il via ad azioni degne di nota.
 
C.Ferreira, 6- : primo tempo di sostanza in cui sibila il palo la sua conclusione al 19’, a chiudere una triangolazione con Lepore. Prova a metterci ordine e geometria; nella ripresa si fa vedere poco quanto nulla con Padalino che lo sostituisce preferendo inserire un attaccante.
 
dal 79’ Marconi, senza voto: gettato nella mischia per dare consistenza all’attacco, non riesce a toccare palloni utili.
 
Mancosu, 6: buona prova la sua condita da un grande impegno nella zona nevralgica del campo e da una invidiabile tempra agonistica. Avrebbe meritato maggiori fortune al 51’ quando con un bel tiro sfiora la traversa. Costretto però uscire dopo un’ora di gioco a causa di un risentimento muscolare: da valutare le sue condizioni.
 
dal 64’ Tsonev, 5.5 : entra per cercare di dettare i tempi di gioco, ma perde un pallone che innesca una ripartenza insidiosa dei padroni di casa.
 
Lepore, 6- : complice anche la squalifica di Pacilli, il capitano prende parto al reparto offensivo, e ha del clamoroso la sua traversa colpita dal 17esimo direttamente da centrocampo. Propizia il gol del pareggio, con un tiro di destro dall’angolo alto dell’area di rigore.  Nella ripresa però sbagli tanti, troppi, passaggi.
 
Doumbia, 5.5: si conferma come l’uomo capace di saltare l’avversario e creare apprensione nella difesa altrui. Mister Calabro cerca di ingabbiarlo mettendo su di lui tra i due e i tre uomini: lui prova ad avere la meglio arrivando al tiro in più di una occasione. Nella ripresa si eclissa insieme al resto dei compagni.
 
Caturano, 5: torna titolare dopo un paio di settimane passate a smaltire un acciacco, ma fatica enormemente a crearsi spazi. Non lesina impegno, ma non graffia affatto: si contano su metà dita di una mano le sue conclusioni in porta.
 
Padalino, 5: ci mette più del solito il Lecce e prendere le misure di un avversario ben attrezzato e soprattutto di un campo in sintetico e dalle misure ridotte. Il gol dello svantaggio arriva su un tiro dalla lunga distanza di Prezioso: i giallorossi acciuffano subito il pari, ma ai punti avrebbero meritato qualcosa in più. Poi nella seconda frazione tutto quello che doveva essere, non è stato: il Lecce sparisce dal campo concedendo la vittoria ai padroni di casa. Il tecnico prova la mossa 4-2-4 che però non sortisce effetti, complice anche la repentina espulsione di Torromino.



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