‘Pronto a salvare il Lecce’. Vincenzo Barba tende la mano a Savino Tesoro

Come un temporale si abbatte in mattinata la dichiarazione del petroliere gallipolino Vincenzo Barba di mettersi a disposizione per un progetto mirato a salvare e rilanciare il Lecce calcio. Offerta ai Tesoro per una collaborazione seria.

Chissà che quella di oggi non possa essere ricordata come la giornata della svolta nel futuro del Lecce calcio. I rumors che si rincorrevano, cominciano adesso a prendere forma, anzi a prendere voce.

Dopo la conferenza stampa di Savino Tesoro dei giorni scorsi, in cui il patron del Lecce ribadiva in maniera inequivocabile la volontà di farsi da parte nella gestione della società di calcio e di non voler nemmeno iscrivere la squadra al prossimo campionato di Lega Pro, visto il rapporto ormai liso e sfilacciato con l’ambiente e la tifoseria a seguito di tre mancate promozioni in serie B e tanti problemi di risultati, già erano circolati i primi nomi degli eventuali successori.

Lo stesso imprenditore di Spinazzola non aveva fatto mistero dell’interesse dimostrato per la società di Piazza Mazzini da parte del vulcanico presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, imprenditore nel settore cinematografico che, come patron Lotito, voleva affacciarsi anche nelle categorie minori dopo aver gustato i piaceri del calcio che conta nella massima serie. “E’ vero – aveva detto Tesoro, nella conferenza stampa di chiusura con il Lecce – Massimo Ferrero mi ha cercato ma è ancora tutto in alto mare”.

In realtà il giorno prima, Tesoro si era incontrato con il Sindaco di Lecce, Paolo Perrone che, a quanto si vocifera in città, ha parlato con il presidente dimissionario dell’interesse di una cordata all’acquisto della società, cordata che i ben informati rimandano a Pantaleo Corvino, che nella storia del Lecce un posto importante lo occupa nel traguardo di importanti successi sportivi.

Oggi, a prendere carta e penna è un altro imprenditore salentino che nel mondo del calcio, sulle rive dello Jonio, con il suo Gallipoli, qualche bella soddisfazione pallonara se l’è tolta.
Barba, al solito frizzante e scoppiettante (“c’è bisogno che tutte le mani che si agitano in alto a mo’ di ola e a mo’ di applausi, prendano una diversa direzione e si dirigano dall’alto verso il basso in direzione tasche”) non ci scherza troppo su ed entra nel merito.

Disponibilità massima a dire la sua per gli sviluppi calcistici salentini a patto che i Tesoro recedano dalla volontà di disinteressarsi completamente del futuro calcistico leccese e diano la disponibilità a sedersi intorno a un tavolo con altri imprenditori del posto, imprenditori che lo stesso Vincenzo Barba si prende l’impegno di contattare per costituire una cordata vincente. Già, perché di cordata si deve parlare, basta con la gestione monocratica e familiare, causa di grandi sacrifici e pochi risultati.

È finita l’era di ‘un uomo solo al comando’ nella guida delle società di calcio. Se perfino dei big come Silvio Berlusconi e Massimo Moratti chiedono l’aiuto di magnati orientali, figuriamoci se noi nel nostro Salento possiamo pensare che una famiglia, da sola, possa reggere la sorti calcistiche di una squadra dalle forti e giuste ambizioni. Perciò, bisogna entrare nell’ottica di idee che soltanto unendo le forze si può dar vita a progetti solidi

Detta quasi le sue condizioni Barba per sedersi intorno a un tavolo e parlare del futuro del calcio nel capoluogo barocco: “La famiglia Tesoro – che da semplice sportivo e salentino ringrazio per la disponibilità dimostrata e la tanta voglia di fare – deve mettere in soffitta quest’idea sbagliata di mollare tutto e andarsene. Così si crea malumore e incertezza tra i tifosi e non è giusto, in questa fase, seminare insicurezza sul futuro calcistico del Lecce, ricordando a tutti quanto il calcio sia importante come volano di sviluppo sociale ed economico.”

Scende nel concreto poi, il petroliere salentino e parla di disponibilità ad investire, perché senza soldi, senza denaro fresco non si fa nulla: “In qualsiasi impresa, anche in quella sportiva e calcistica, è l’argent qui fait la guerre. È impensabile, senza investire risorse economiche, poter tagliare qualsiasi traguardo. Ci vogliono personaggi  (imprenditori  e/o professionisti che dir si voglia) disposti ad impegnarsi nel settore, anche, perché no, con legittime aspettative di un minimo rientro. Ma intanto bisogna dedicarsi anima e corpo ed  investire, senza chiedere soldi alle amministrazione pubbliche (che non ne hanno) e, soprattutto, ai tifosi (che ne hanno ancor di meno)”.

Barba interviene anche sul rapporto con i tifosi e le istituzioni. Basta parlare di azionariati popolari e di richieste di soldi alle amministrazioni pubbliche, che non hanno una lira, anzi un euro. I tifosi devono fare i tifosi e gli imprenditori gli imprenditori.

Basta flirtare e tirare per la giacchetta gli ultrà, che vanno solo e soltanto ringraziati per l’amore che ci mettono nel fare il tifo per la maglia, in qualsiasi categoria. La gestione economica di una società è ben altra cosa. Basta con le idee malsane di azionariati popolari che da noi non mettono radici. Devono essere industriali, imprenditori e professionisti – e che tantissimi sono presenti nella piazza leccese – a fare un passo avanti, uomini e donne che tanto hanno ricevuto dal territorio e che devono restituire qualcosa in termini concreti e non di parole vuote”.

È un fiume in piena Barba, come ai vecchi tempi, come ai tempi in cui dominava nel calcio e giacchè c’è parla anche del calcio a Gallipoli, dal quale non vorrebbe più estraniarsi.

La mia famiglia è stata sempre nel mondo del calcio e vuole continuare ad esserci, ma c’è bisogno di chiarezza e trasparenza. Non appena l’attuale proprietà avrà fatto un passo indietro, mi darò da fare per trovare le giuste forze che, messe insieme, possano contribuire a dare un futuro calcistico alla Perla dello Jonio”.



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