‘Deluso come uomo e arrabbiato come calciatore, ma ho la coscienza pulita’. L’ira di Benassi

L’estremo difensore frusinate parla della richiesta del Procuratore Federale Palazzi di squalificarlo a causa della presunta combine della gara Lecce-Lazio del 2011 e tesse le lodi della città di Lecce e della nuova società.

"Ringrazio l'attuale società che mi ha dato la possibilità di fare questo intervento.  Non volevo più parlare di questa situazione ma, sfortunatamente, è nuovamente venuta a galla dopo quattro anni e le cose non sono cambiate", prende immediatamente la parola senza che nessuno dei giornalisti presenti, su sua richiesta, possa fare la prima domanda, Max Benassi – il portiere che dopo due stagioni lontano dal Salento ha deciso, con umiltà, di rientrare nella società proprietaria del suo cartellino e di giocarsi le sue chance di far parte nuovamente del progetto Lecce – per parlare della vicenda della scorsa settimana, quando il Procuratore Federale, Stefano Palazzi, ha chiesto la riapertura del processo per quel che riguarda una presunta combine della gara Lecce-Lazio, ultima partita del Campionato 2010/2011, formulando la richiesta di una squalifica a tre anni e sei mesi nei suoi confronti, per Stefano Ferrario e Antonio Rosati e tre punti di penalizzazione per il Lecce.
 
"Non me lo aspettavo e da uomo mi sento deluso e molto arrabbiato da calciatore. Penso che una situazione del genere sia difficile per tutti. Non so per cosa e per chi devo pagare. Quest'anno sono tornato qui a Lecce in punta di piedi, così come avevo fatto nel corso della mia prima stagione. La cosa che più mi ha dato fastidio durante i tornei lontano dal Salento è che, scendendo in campo, mi hanno accusato di aver venduto le partite, nonostante il fatto che due gradi di giudizio mi hanno assolto. Purtroppo ogni volta che mi rialzo mi capita qualcosa e adesso mi sono veramente stancato.
 
La mia estraneità in questa vicenda è totale,  ho la coscienza a posto e spero che la Giustizia capisca la mia posizione. Non devo vergognarmi di nulla, deve farlo solo chi ha la coscienza sporca e spero tanto che questo problema durerà poco perché sono pagato per giocare, anzi per allenarmi e non posso essere un'incertezza per cose con le quali non ho nulla a che fare e non mi interessano. Adesso non ce la faccio più a sentire il mio nome sui massimi organi di informazione.
 
Quando la società mi ha comunicato tutto non sapevo se ridere o spaccare il mondo, ma la forza per andare avanti me la dà, ripeto, la mia coscienza e non riesco a capire perché sia stato tirato nuovamente in ballo il mio nome e perché dopo che sono stato assolto e, soprattutto, non è stata trovata la minima prova. Al processo ho parlato solo per sette minuti, sono state esaminate le intercettazioni telefoniche e i movimenti bancari e sapete cosa hanno trovato? Zero!!!
 
Chi mi conosce sa benissimo che mai e poi mai avrei potuto solo pensare di fare una cosa del genere e, a maggior ragione, nella mia gara di esordio in A che, per un calciatore come me partito dalla Serie D è qualcosa di importantissimo, poi, fino al momento dell'espulsione la mia prestazione è stata buona.”
 
Benassi ha guardato sempre alla nuova società Lecce e molto ha influito la serietà dell'avvocato Saverio Sticchi Damiani: “Sono disposto a sedermi intorno a un tavolo con il nuovo management per rivedere il mio ingaggio, come ho fatto quando sono retrocesso dal Massimo Campionato alla Serie C. Per quanto riguarda il mercato non ho ricevuto nessuna offerta.
 
Sia Bleve che Perucchini sono due ottimi portieri e grandi professionisti, poi, quando si è più grandi maggiore è l'esperienza. Marco è esplosivo, mentre, Filippo ha prestanza fisica ed entrambi possono avere una grande carriera.
 
Al mio ritorno ho trovato un buon entusiasmo sia da parte di noi atleti che dall'ambiente. Spero che questa nuova proprietà ci dia quella possibilità che non dico sia mancata, ma che è sfuggita per due volto in finale. Ma è inutile guardare al passato, fa solo male.
 
Avevo un po' di timore su come mi avrebbe accolto la gente, ma tornare a Lecce era una cosa che volevo anche perché mi piacerebbe far cambiare idea a qualcuno e non mi riferisco ai tifosi. Ribadisco di essere rientrato in punta di piedi e spero che questo ritorno sia positivo per me, per la società e per tutti. Ma i singoli contano poco bisogna solo pensare alla squadra. Lo scorso campionato sono stato ad Arezzo dove c'era un gruppo che giocava per la squadra e grazie a questo l'obiettivo che aveva la società è stato centrato. Tutti dicono che il gruppo sia fondamentale, ma questa non è una frase scontata, è la pura verità.
 
A Lecce sono stato sempre bene, questa città mi ha dato la possibilità di realizzare un sogno e quando si sta bene in un posto è normale che ci si voglia tornare. Sono stato fuori tanto tempo perché la vecchia dirigenza ha fatto altre scelte legittime e adesso che c'è questa nuova possibilità la voglio sfruttare al 1000 per cento”.



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