L’ultima bandiera del calcio italiano compie 40 anni: auguri a Francesco Totti

Dallo straordinario gol contro l’Inter, al cucchiaio fallito contro il Lecce, passando per lo sputo a Poulsen con la maglia della nazionale: Francesco Totti spegne 40 candeline e tanti sono gli episodio salienti della sua carriera. Ancora in attività, resta un’autentica bandiera.

C’è solo una bandiera del calcio italiano ancora in attività. Si chiama Francesco, di cognome fa Totti, è il numero dieci della Roma e gioca con i colori giallorossi della sua città da ben 24 anni. Oggi Francesco spegne 40 candeline e lo fa con ancora le scarpette addosso, la fascia da capitano al braccio e un’intera città calcistica ai suoi piedi.
 
È una vera è propria favola quella di Totti, iniziata nel 1993, anzi nel 1989, quando a tredici anni veste per la prima volta la maglia dei capitolini, tra le fila delle giovanili. Tutti si accorgono che ‘Francè’non è un ragazzino come tutti gli altri: ha talento, dei piedi fatati, una precisione chirurgica e una esplosività che, se fatta maturare a dovere, poteva regalare grandi soddisfazioni. Detto fatto.
 
Totti passa in prima squadra nel 1993, dopo tre anni nel Settore Giovanile, e appena sedicenne, debutta in Serie A: era il 28 marzo, la partita era Brescia-Roma e il tecnico della Roma era  Vujadin Boškov. Tutti si accorgono di quel ragazzino che col tempo cresce sotto l’ala protettiva di Carletto Mazzone, quasi un padre sul manto erboso (e non solo) per Francesco Totti.  Sono i primissimi anni di una lunga carriera che mettono in mostra tutto il suo genio e tutta la sua sregolatezza: qualche rapporto tirato con alcuni tecnici (Bianchi su tutti), ma anche tante belle giocate che lo rendono incedibile, nemmeno all’Ajax. La consacrazione arriva con l’avvento di Zeman sulla panchina capitolina e nel 1998 Totti indossa per la prima volta la fascia da capitano, una fascia che da quel momento non lascerà mai.
 
Cinque anni. Sono bastati cinque anni per far diventare un giovane Francesco Totti una vera e propria bandiera della Roma. Nel 2001 arriva il primo picco della sua carriera: i giallorossi tornano a vincere uno scudetto (il terzo della loro storia) e il protagonista assoluto è sempre lui (insieme agli due bomber Montella e Batistuta). Seguono anni gloriosi per la squadra e per il suo capitano: due Coppe Italia, una Supercoppa e nel 2007 Totti si aggiudica la Scarpa d’Oro, il titolo cioè di miglio marcatore assoluto d’Europa.
 
Gli anni post-calciopoli vedono la Roma duellare con l’Inter su tutti i fronti, ma sono anche gli anni delle grandi batoste in Europa. Totti è sempre lì, non molla mai, non vacilla nemmeno davanti alle grandi offerte dei top club del continente: Francesco probabilmente, anzi sicuramente, lontano da Roma avrebbe vinto tantissimo, forse anche un Pallone d’Oro, ma lui è un simbolo e non vuole andare via. La maglia giallorossa è la sua seconda pelle, anche nei momenti più bui.
 
Le annate passano, gli allenatori si sussegono: non tutti hanno il carattere giusto per tenere testa a un ‘capoccione’ come Totti che però resta sempre lì. Mai uno sfogo, quelli se li è concessi solo in tempi recentissimi, ma non si è mai tenuto niente dentro, non ha mai riservato rancore verso qualcuno.
 
E poi c’è la Nazionale. Con la maglia azzurra conquista un secondo posto nell’Europeo del 2000 in Belgio. Seguono le delusione dei Mondiali del 2002 e di Euro 2004, quello macchiato dallo sputo del romanista al danese Poulsen. Un gesto terribile costatoli una pesante squalifica. Totti non è stato sempre esemplare, diciamolo. I cartellini rossi non sono mai stati pochi, gli episodi a nervi scoperti sono stati a decine (i rapporti con alcuni allenatori, Spalletti per ultimo, la spinta all’uscita dal campo a Livorno al suo amico-preparatore Scala e molti altri).
 
Ma Totti si è sempre innovato, pur conservando la sua genuinità: nel 2006 conquista il Mondiale nella spedizione azzurra in Germania, suggello per una carriera straordinaria, ma povera di successi da iscrivere nel suo palmares.
 
Infine, tanti sono stati i momenti vissuti da protagonista contro il Lecce. I gol rifilati ai salentini non sono stati pochi, ma vogliamo ricordare due episodi. Il primo, in ordine di tempo, risale alla stagione 2004/2005: allo stadio ‘Olimpico’ il capitano beneficia di un calcio di rigore che però il portiere del Lecce, Vincenzo Sicignano, neutralizza senza problemi. Totti aveva provato il suo celebre cucchiaio. Poi nel 2008 contro il Lecce, realizza il suo 175 gol con la maglia della Roma, diventando così il giocatore più prolifico nella storia del club capitolino.
 
Genio e sregolatezza, dicevamo. Certo, il rigore ai Mondiali di Germania contro l’Australia al 93esimo, il gol straordinario realizzato nel 2005 a ‘San Siro’ contro l’Inter con un pallonetto dalla distanza giudicato da molti come il gol più bello della sua carriera.
 
Francesco Totti di gol in Serie A ne ha siglati 250 e ha ancora una stagione (e chissà se sia solo una) per segnare ancora. Totti non può piacere a tutti, ma è senza dubbio l’ultima bandiera del calcio italiano. Nel giorno del suo compleanno, allora, anche noi nel nostro piccolo gli auguriamo il meglio e, siamo certi, che può dare e fare ancora tanto per questo calcio completamente cambiato da quando un giovane Totti sedicenne esordì in A, sempre la maglia giallorossa. Auguri, Capitano.



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