Parla Mister Luca Renna, via da Nardè² per mancanza di una società seria

Abbiamo sentito l’ex tecnico dei neretini attualmente in cerca di una squadra. Dalla situazione del Lecce con il possibile arrivo di Miccoli, alla sua ultima esperienza al

Abbiamo sentito l'ex tecnico dei neretini attualmente in cerca di una squadra. Dalla situazione del Lecce con il possibile arrivo di Miccoli, alla sua ultima esperienza al "Toro". Questi gli argomenti trattati dall'allenatore salentino che si è tolto qualche sassolino dalle scarpe.

Nato a Bologna il 2 aprile 1964, Luca Renna dal 1999 fino a due stagioni fa ha allenato il settore giovanile dell’Unione Sportiva Lecce. La scorsa stagione ha guidato il Nardò in Serie D dove, fra mille difficoltà è riuscito ad arrivare anche al settimo posto e a lasciare la squadra (prima delle dimissioni a nove giornate dal termine) con cinque punti di margine dalla zona salvezza. Da calciatore ha vestito la maglia granata nelle stagioni ’95-’96 e ’96-’97, dopo aver giocato in C2 con Forlì, Treviso e Bisceglieed aver militato nella primavera del Palermo allenato anche da uno come Zdenek Zeman.

Mister, lei che è un grande conoscitore dell’ambiente giallorosso, cosa ne pensa dell’attuale situazione societaria e dell’addio di una figura storica come Peppino Palaia?
“Evidentemente se ha preso questa decisione avrà avuto le sue buone ragioni. Purtroppo stanno scomparendo pian piano, tutte le figure che hanno fatto la storia del Lecce. Sono però contento che si sia scelto come allenatore un leccese come Francesco Moriero che ha grandi motivazioni, anche se si troverà di fronte un lavoro molto difficile da portare a termine. Non gli mancheranno però le motivazioni e la voglia di fare bene. Conosce bene l’ambiente, ha fatto bene sia in B che in C, anche se è stato sfortunato, però penso che abbia le conoscenze e le competenze giuste per portare avanti il progetto Lecce e di regalare le soddisfazioni che l’ambiente merita”.

Nell’ultimo periodo si parla di un possibile arrivo di Fabrizio Miccoli, lei come vede quest’eventualità?
“Miccoli per un po’ di tempo è stato uno dei giocatori più rappresentativi del palcoscenico italiano. Ha sempre manifestato amore per i colori e grande voglia di venire a lavorare a Lecce. Credo che sia una grande possibilità per lui di dimostrarlo che spero non si faccia scappare perché venire a giocare nella sua terra per la prima volta potrebbe essere un grande volano per i tifosi e tutto l’ambiente giallorosso. Spero che possa mettersi d’accordo e che possa concludere la carriera qui a Lecce. I tifosi leccesi hanno vissuto momenti difficili negli ultimi anni ed è normale che siano delusi. Creare un po’ di entusiasmo con l’arrivo di Miccoli, unito a quello di Moriero, credo possa essere un altro segno per cercare di far riavvicinare il pubblico leccese alla squadra”.

Passiamo alla sua esperienza a Nardò. Cosa gli è rimasto, ci sono rimpianti?
“Io ho molto rispetto per i tifosi del Nardò al quale sono molto legato, ma quando ho deciso di andare via non c’erano più le condizioni per lavorare in una certa maniera. Accanto a me voglio persone che siano organiche al progetto, e non mi riferisco certamente ai giocatori che sono stati impeccabili, ed io non sono di certo stato aiutato nel mio lavoro. Ho lavorato sempre da solo, anzi le persone che mi sono state affiancate non hanno fatto altro che ostacolare il mio lavoro. Ho vissuto situazioni molto precarie sia dal punto di vista economico che strutturale, tipo il terreno di gioco in cui giocare o fare allenamento. Noi comunque abbiamo ottenuto dei grandi risultati, siamo arrivati al settimo posto, quando sono andato via ho lasciato la squadra a cinque punti dalla zona retrocessione, in una posizione abbastanza tranquilla a nove partite dalla fine. Però qualcuno ha pensato bene che si fosse già raggiunto l’obiettivo, anzi qualcuno parlava addirittura di play off e l’ambiente si è un po’ rilassato e la stagione è andata a finire ai play out. Poi io non sono uno che si tiene le cose dentro e appena ho iniziato a vedere le cose che non andavano per il verso giusto, gente che mi metteva i bastoni fra le ruote, ho deciso di farmi da parte”.

Cosa manca secondo lei  ad una realtà importante come quella di Nardò?
“La società. Manca la forza di una società che ti debba mettere nelle condizioni di lavorare al meglio. Una società deve rispettare gli impegni e questo non si è verificato, perché dal punto di vista economico ci sono grossi problemi, ma ancor più grave manca il rispetto delle regole. Se una società non dà questa impronta e tratta in maniera superficiale questi argomenti ognuno si permette di fare qualsiasi cosa e questo poi purtroppo è accaduto perché non avevamo una figura che potesse rappresentare una voce autorevole all’interno. Poi ci sono stati tanti altri problemi che la gente di Nardò conosce e sa e che non devono far parte di una realtà importante come quella che può essere Nardò. Il Nardò dopo il Lecce ha sempre rappresentato la seconda squadra del Salento e vedere una certa approssimazione a trattare determinati argomenti ti fa capire di stare a lavorare con gente che non merita di rappresentare Nardò. Io ho dato tutto me stesso a Nardò sia come allenatore che come giocatore e non voglio che qualcuno possa pensare che io abbia preso la decisione a cuor leggero ed in maniera superficiale o approssimativa. Io il martedì ero andato a fare l’allenamento ma una frase detta da una persona (dalla persona più importante che fa parte del Nardò calcio) mi ha fatto capire che probabilmente è difficile riuscire a fare calcio in un posto come Nardò in questo momento”.

Ora cosa si aspetta per il suo futuro. Quali sono le sue prospettive?
“Ci sono state già delle proposte ma niente di importante, qualcosa che non mi stimolava né dal punto di vista umano che professionale. Io ho gran voglia di tornare a lavorare e cimentarmi con un progetto serio e che mi stimoli. Io lo faccio per professione e, oltre ad averne bisogno proprio dal punto di vista economico, voglio misurarmi nello stesso campionato in cui mi sono misurato nell’ultima stagione o, se devo scendere di categoria, in un progetto ambizioso e con gente che abbia le idee chiare. Ho voglia di lavorare con i giovani e lavorare con gente competente”.



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