​Salento… una meta irraggiungibile? Arriverà il momento in cui ‘il sole, il mare e il vento’ non basteranno più

Il Salento ormai da qualche anno è la destinazione più ambita dai turisti ma anche tra quelle peggio collegate. Sono davvero così insuperabili le criticità di cui soffre il nostro territorio?

Giorni fa, di ritorno da Milano, chiacchieravo col passeggero seduto accanto a me in treno e, avendomi chiesto di dove fossi, gli dicevo di essere di Brindisi al che, visibilmente sorpreso, mi dice:“Ah, Salento! Io sono di Margherita di Savoia. La Puglia è tutta bella ma, la tua terra, ha quel qualcosa in più che non ti so spiegare”.
  
Non posso nascondere di aver provato una certa punta di orgoglio nell’udire quelle parole ma poi, continuando con un tono più di biasimo, aggiunge:“Certo, potreste almeno migliorare i collegamenti. Una volta arrivati a Lecce, per giungere nelle altre zone turistiche, è un'odissea!"… e come dargli torto.
  
Del resto, non è un mistero che, anche laddove non si è avuta la fortuna di nascere e godere di un contesto baciato dal sole, dal mare, dalla buona cucina e dalle tradizioni più disparate e caratteristiche come quelle salentine, ci si è arrabattati per rendere trasporti e viabilità quanto più efficienti possibile mentre, qui da noi, ancora oggi, questo traguardo sembra oltremodo lontano.
  
I più sarebbero portati ad additare la politica, a più livelli, come diretta responsabile, e per non aver mai seriamente investito in questo senso e per aver preferito altre regioni al Salento il che, se è senza dubbio vero, non può essere comunque ritenuta la sola causa.
  
In effetti, se la penisola salentina soffre ancora di questa, all’apparenza, insormontabile criticità, le ragioni sono molteplici e vanno dall’assenza di un vero “sistema Salento” che, rivalità campanilistiche a parte, non sia più solo una mera espressione geografica ma un’effettiva collaborazione tra gli enti, i comuni e le realtà che ne fanno parte, alla incapacità dei nostri rappresentanti istituzionali di far valere le nostre istanze a chi di competenza finanche, non possiamo nasconderlo, alle non poche rimostranze di una parte della popolazione tuttora restia all’avanzamento del territorio se questo si traduce in maggiori infrastrutture.
  
Così, negli anni, si è persa, forse snobbata o accantonata chissà, la possibilità di realizzare una metropolitana di superficie che, da Francavilla Fontana a Leuca, avrebbe potuto segnare un’autentica svolta nel sistema dei trasporti per oltre un milione di utenti.. non solo! Mentre i più si adoperavano pur di ottenere il contentino del Frecciarossa in transito (alla velocità di un Frecciabianca e solo nei week-end) anche da Lecce e Brindisi, svaniva l’opportunità di sfruttare oltre quaranta milioni di euro per prolungare il tratto ferroviario dal capoluogo messapico all’Aeroporto del Salento condannando quest’ultimo, di fatto, all’asfissia e all’eterna subalternità a quello di Bari-Palese. Peggio, ci si ritrova pure a fare i conti con chi di turismo non vuol neppure sentirne perché convinto che sia un male capace solo di deturpare e impoverire.
 
Ma come si può sperare, allora, di fare quel salto di qualità a cui tanto si aspira se le premesse sono queste? Cos’altro si deve fare perché si comprenda che, progresso, vuol dire, in ogni caso, andare a perderci da qualche parte? E, ancora, quanto altro si dovrà attendere perché istituzioni locali e non si accorgano che non ci si può più permettere di aspettare?
  
Perché la bellezza di un territorio è pari a quella di un qualsiasi fiore che, se non curato, rischia di appassire poco tempo dopo essere sbocciato e, per quanto i tre “sponsor” principali del Salento restino il sole, il mare e il vento, non ci si dovrebbe mai dimenticare che di vento non ci riempie la pancia, il sole rischia di aumentare l’arsura e il mare, purtroppo, non lo si può bere per dissetarcisi.
  
Luca Nigro



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