Il Salento e l’estate fantasma

Troppi fattori concomitanti negativi hanno condizionato la tenuta dell’estate salentina. Bisogna guardare al futuro da subito ed evitare gli errori commessi.

Non è andata. La stagione estiva 2014 va messa da parte mentre bisogna ripartire dalle considerazioni di sempre per riabilitare il buon nome del turismo salentino.

Partiamo dalle attenuanti, che non sono poche. L’estate, intesa come bella stagione, non è stata tale, temperature primaverili, instabilità meteo, pioggia e vento hanno condizionato notevolmente la tenuta del comparto, scoraggiando di fatto le partenze per la vacanza.

La giustificazione più importante resta quella della crisi che ha modificato le abitudini di tanti italiani e anche di molti stranieri che hanno scelto una diversa organizzazione delle ferie.

Si spende di meno complessivamente e pertanto il turismo ne risente in modo preponderante, non è un caso ovviamente che il clima economico da recessione produca effetti inquietanti anche sui settori vitali come il turismo.

La stagione non è stata esaltante dal punto di vista dei numeri da Palermo ad Aosta, e il Salento non fa eccezione, se si esclude agosto e in particolare i 15 giorni dal 10 al 25, non si può parlare di un’estate indimenticabile, anzi.

Una contrazione notevole delle prenotazioni ha fatto preoccupare fin da subito gli albergatori che adesso contano le cifre della disfatta.

Macerie a parte rimane l’impressione che il Salento abbia tirato un po’ troppo la corda sotto l’aspetto della promozione e abbia lasciato la corda sul fronte dell’organizzazione dei servizi complessivi.

E’ necessario mettersi immediatamente in azione per fronteggiare i rischi di una caduta libera, a questo punto non solo possibile, ma anche molto probabile.



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