Naomo, il turismo, il Salento e le frise ‘sponzate’ nello champagne. Cronaca di un delirio collettivo

Dopo 24 ore non si placa l’eco delle parole di Flavio Briatore sul comparto turistico salentino. Il businessman di Cuneo non ha espresso concetti che passeranno alla storia ma forse non ha trovato un contradditorio che lo smentisse.

Briatore è un genio, come imita Naomo lui non lo imita nessuno. Un grande!
 
Nemmeno Giorgio Panariello riesce a canzonare il business-man di Cuneo con la stessa bravura con cui Flavio fa il verso a se stesso. Un talento naturale che riesce a sparare ovvietà e banalità ‘ad minchiam’ con la stessa autorevolezza con cui il Santo Padre parla ex cathedra. E come il Santo padre occupa la scena…
 
L’altro ieri, invitato a parlare di turismo in un convegno organizzato da quell’altro provocatore di professione che risponde al nome di Alfredo Foresta (architetto di professione, operatore culturale per passione) nell’ambito degli incontri di Prospettive a Mezzogiorno, nella Città dei Martiri, ha preso microfono e parola… e davanti ai sindaci di Otranto e Lecce e all’assessore al Turismo della Regione Puglia ha espresso un concetto complicato e articolato: ‘Qui nel Salento i ricchi non vengono. Ai ricchi non piacciono le masserie, i musei, le micro attività ricettive. I ricchi vogliono gli alberghi costruiti sulla scogliera con la jacuzzi in camera. Ma dove volete andare?’
 
Insomma Naomo ha raccontato lo stereotipo del ricco cafone, del parvenu miliardario e ignorante a cui scapperebbe il rutto a tavola dopo aver mangiato il caviale, ‘sponzerebbe’ la frisella nello champagne per dire di aver degustato le specialità enogastronomiche del luogo, si accompagnerebbe ad una bellona tutta curve e poco cervello e spenderebbe i suoi bigliettoni in Salento solo se ci fossero alberghi a 5 stelle, preferibilmente osceni, costruiti a strapiombo sulla scogliera.
 
Una provocazione, una esagerazione, una forzatura, una stupidaggine.
 
Di ricchi sul nostro territorio ne arrivano tanti: spesso sono persone eleganti che amano anche visitare il museo della civiltà contadina di uno dei nostri paesi, amano partecipare ad una sagra e spendono qualche soldo nei nostri lidi e nei nostri eleganti B&B. Non sono cafoni, amano i confort e trovano nel Salento una dimensione da scoprire e da vivere.
 
Certo, insieme a loro arrivano anche quelli che dormono in auto o affittano un appartamento per 4 andando a dormire in 26…
 
Detto ciò, detto quindi che la provocazione di Briatore sembra essere una banalità poco rispondente alla realtà, va anche preso atto che contro Briatore non possono parlare proprio quei politici che non stanno riuscendo a governare il fenomeno turismo sul nostro territorio, perché non lo stanno trasformando in un sistema vantaggioso e munifico per tutti ma solo e soltanto in un carrozzone che spalma gli introiti su pochi fortunati e getta le criticità su tutta la collettività, al punto che i cittadini, in molti casi, lungi dal vedere nel turista una risorsa lo inquadrano nella categoria ‘inutile fastidio’.
 
Sul turismo si costruiscono inutili carriere politiche, si masticano paroloni difficili da pronunciare in qualche inutile convegno. Destagionalizzazione, diversificazione, microaccoglienza diffusa, turismo esperienziale, ecc. ecc. Ovvietà altrettanto banali rispetto a quelle pronunciate da Flavio Briatore.
 
Alle domande serie non risponde nessuno:

Queste sono le cose importanti; il resto sono una bella ubriacatura che ha consentito per 24 ore di parlare delle fregnacce di Briatore e di non entrare nel merito delle questioni. Ma tanto su questo territorio che abbiamo da fare? Meglio parlare di Briatore e, perché no, della Gregoraci…



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