I santi protettori delle città e le Feste patronali nel Salento, il peso della tradizione

Indagando le dinamiche della progressiva marginalizzazione del folklore abbiamo intervistato il Presidente del comitato organizzatore di una festa che resiste con tenacia lasciando sempre tutti contenti.

Anche dal più piccolo paese del Salento, ogni sabato sera, partono decine di auto piene zeppe di giovani che  guidano alla volta dei centri urbani più popolosi alla costante ricerca di locali affollati e maxi concerti. Non solo gli autoctoni nutrono la richiesta di questo tipi di svaghi, ad essi si aggiunge un turismo di giovanissimi che ha fame di musica ad alto volume e di fiumi di nichilismo e la nostra terra, una volta consumati i ‘post’ di Facebook contro Briatore, sembra pronta a servire il piatto. Non ovunque e non ad ogni costo, fortunatamente.

Sempre in quegli stessi piccoli centri che vivono l’esodo del sabato sera resistono comitati di feste patronali e associazioni che promuovono cultura ed antichi usi locali.

In particolare il nostro focus si concentra su Alezio e sul ‘Comitato della Festa di San Rocco e delle vecchie tradizioni’, presieduto da Antonio Minerva. Occhi azzurri e fieri, capello bianco sempre in ordine. Una vita fatta di lavoro, famiglia e amore per la propria terra. Ha presieduto per anni anche il Comitato della Festa della Lizza e tutti gli aletini ricordano la maestosità delle edizioni curate da lui. Dice in giro di aver superato i settanta ma noi, dato il carisma, stentiamo a crederci.

Buongiorno Antonio, da quanto tempo fai parte del comitato
La prima volta che misi piede nel comitato avevo 26 anni e facevo il tesoriere e da cinque anni ne sono Presidente.

Quali sono i principali problemi che si incontrano durante l’organizzazione di una Festa Patronale?
Ce ne sono tanti! Il primo scoglio è il reperimento dei fondi.  Per le feste di paese è importante il contributo, anche economico, dei compaesani. Devo dire, con soddisfazione, che gli aletini – molto vicini alla propria tradizione – non si tirano certamente indietro. Alle volte capita però di incontrare reticenze: una volta un ragazzino uscì da casa e ci disse “Ha detto la Mamma che non c’è!”. Accade anche questo e bisogna accettarlo con un sorriso.

A proposito di ragazzini, è vero che i giovani stanno allontanandosi dalle feste patronali? Come farli avvicinare nuovamente?
I giovani sono essenziali non solo nel pubblico ma anche come componenti del comitato, noi tutti abbiamo una certa età e dobbiamo essere sicuri ci sia qualcuno pronto a raccogliere la nostra eredità associativa. Ho sempre provato a coinvolgere i più giovani ma è difficile farli restare nella macchina organizzativa. Probabilmente abbiamo un approccio diverso agli eventi. Le ultime generazioni sono abituate alle discoteche, la festa del paese è un contesto diverso che ha dinamiche diverse. Parliamo di un evento che deve fare perno sul senso di appartenenza della comunità intera ed è per questo che tutte le scelte vanno orientate verso opzioni che soddisfino sia il vecchietto che il bambino. Non a caso quest’anno abbiamo fortemente voluto che si esibissero i Cugini di Campagna, sono stati alla moda per la nostra generazione e fanno sorridere anche i ventenni.  Lo stesso dicasi per lo spettacolo di Umberto Sardella ed Antonella Genga. Credo poi che sia di vitale importanza coinvolgere anche le Associazioni locali, quest’anno ad esempio contiamo sulla collaborazione della sezione aletina del Tiro a Segno Nazionale che allestirà in Piazza Fiorito una postazione dotata di simulatori elettronici di tiro e su CAT Codici di Avviamento Territoriale che sta curando la Mostra Pittorica del Maestro Grazioli, nei locali del Vecchio Municipio. Scommettiamo anche sui giovani animatori locali, abbiamo scelto le ragazze di Animazione Salentina per intrattenere i più piccini e cerchiamo di valorizzare i nostri talenti: da un paio di anni riscuote un grandissimo successo l’infiorata votiva curata da Federico De Pascali e Valerio Giorgino.

Quali altri eventi ha in calendario il vostro comitato?
Il prossimo appuntamento è fissato per la Festa dell’Immacolata, a Dicembre. Avremo modo di ascoltare la pizzica davanti alla tradizionale Focara, sgranocchiando qualche castagna e mangiando le pittule calde. Dopo pochi giorni ci sarà inoltre il mercatino di Santa Lucia, il 13 Dicembre. In primavera, con l’arrivo della Pasqua spareremo la Caremma ed infine, a Luglio, ci daremo appuntamento in Piazza per il Torneo dei giochi d’altri tempi.

Pensi che le Feste Patronali spariranno, prima o poi?
Non credo, la forza della tradizione continuerà a farle sopravvivere. Sono secoli che le Feste Patronali esistono, se mai un giorno le perderemo vorrà dire che avremo davvero smarrito la nostra identità. Le origini della celebrazione di San Rocco si perdono nei secoli passati, è un’antichissima festa di ‘passaggio’: si saluta l’Autunno, pronti ad accogliere la stagione invernale. Mi appello dunque ai giovani, garantendo che saranno sempre ben accetti all’interno del comitato. Venite a trovarci in sede,  vi aspettiamo in Piazza, ad Alezio.

Abbiamo visto come la forza di questo comitato risieda nella sua apertura verso l’esterno e nell’abilità dei suoi componenti  ad allietare i più piccoli pur restando fedeli ai gusti dei più grandi. La vera marcia in più è, però, nel capillare coinvolgimento di tutta la comunità e delle associazioni locali, perché se si vuole far in modo che la gente si avvicini a te anche tu devi essere pronto ad avvicinarti alla gente: trasparenza, condivisione e democrazia per avere la piazza piena e vedere il paese felice. Non ci resta che augurare a tutti i lettori una Buona Festa di San Rocco!

Armenia Cotardo



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