Turismo: il treno che stiamo perdendo? Parla Marco Briganti

“Abbiamo bisogno di regole. Serve una governance che sappia dove andare.” Il punto di vista di uno dei più importanti imprenditori del turismo salentino.

Gallipoli

Fa riflettere l’annuale classifica stilata da “Il Sole 24 ore” sulla qualità della vita nelle provincie italiane, report che vede la Provincia di Lecce posizionarsi al sestultimo posto con dati preoccupanti in tema di lavoro e ricchezza. Viene spontaneo chiedersi come sia possibile. Il Salento non è una punta di diamante del turismo italiano? Questo turismo non dovrebbe riversare ricchezze sul territorio in maniera costante durante l’anno? Ebbene, parrebbe di no. Il modello di turismo che si sta sviluppando in Salento non è remunerativo per la comunità.

Ne abbiamo parlato con Marco Briganti, fondatore di TravelMinds, imprenditore specializzato nelle tecniche di web marketing che si occupa di promozione del territorio da quasi venti anni.

Anche quest’anno destagionalizziamo l’anno prossimo. Di chi è la responsabilità?

Si soffre molto dell’assenza di una regolamentazione del settore a cui fare riferimento e ci si scontra con un generale immobilismo politico che genera incertezza negli addetti ai lavori. Le istituzioni politiche territoriali dovrebbero, con l’ausilio di tecnici ed esperti, studiare il fenomeno dei flussi turistici che si riversano sul territorio, individuare le criticità ed organizzare un piano di lungo termine per offrire soluzioni. Se le istituzioni non iniziano a ricevere gli input  dell’economia reale la destagionalizzazione sarà molto dura: manca una governance lungimirante che investa in servizi, infrastrutture ed eventi.

Quali infrastrutture e quali servizi dobbiamo chiedere per puntare alla destagionalizzazione?

Iniziamo curando il decoro urbano, è sotto gli occhi di tutti che molti Comuni della provincia soffrono di problematiche inerenti  la presentabilità e la stessa fruibilità dei luoghi. Bisogna incoraggiare i Comuni a sfruttare bene lo strumento della tassa di soggiorno così che reinvestano nella cosa pubblica i flussi economici che genera. Di estrema urgenza è poi la tematica dei trasporti, pubblici e privati. Viviamo situazioni di severo disagio che colpiscono non solo il collegamento infracomunale ma anche il collegamento con i principali aereoporti della regione e questo è gravissimo se pensiamo che, oggi, è indispensabile internazionalizzarci.

Sarebbe inoltre importante  porre  l’accento sulle opportunità offerte dai  bandi della Comunità Europea: è allarmante vedere come molti Comuni non riescano ad intercettare fondi europei  perché non partecipano ai bandi o perché, pur partecipandovi, presentano progetti scadenti.

Marco-Briganti
Marco Briganti

Gli imprenditori sono soli?

Fortunatamente no,  le camere di commercio e le associazioni di categoria riservano una grande attenzione alle proposte avanzate dai privati che investono  sul territorio.
Confcommercio, Confartigianato e Federalberghi si muovono costantemente in azioni di sostegno della categoria interessandosi a tematiche chiave come  la disintermediazione, il marketing territoriale e la formazione.

A proposito di formazione. Quanto è importante formare gli operatori del settore turistico?

Il grado di formazione che riusciremo a dare ai nostri giovani segnerà il futuro di questo territorio, lasciare infatti gli sviluppi economici di questa terra all’improvvisazione significa condannarci alla decrescita.
In merito mi viene in mente un esempio di attività istituzionale virtuosa: l’ITS, Istituto Tecnico Superiore Regionale per l’Industria dell’Ospitalità e del Turismo,  istituito nel  2015 a Lecce sulla base della Programmazione della Regione Puglia. Una bella realtà che offre ai neo diplomati corsi gratuiti tenuti da docenti universitari ed esperti  e che mette in contatto i giovani con le aziende facilitando la formazione sul campo.

A quale Turismo dobbiamo puntare per destagionalizzare i flussi?

Le tendenze del mercato indicano chiaramente che, nei prossimi anni, il chiodo su cui battere sarà il turismo esperienziale. Non possiamo perdere l’occasione di valorizzare i nostri bellissimi centri storici puntando sulla messa a sistema delle attività artigianali ed  investendo sull’offerta enogastronomica.

In ultima analisi quali opportunità vedi per il futuro del turismo in Salento?

Vedo potenzialità immense ma anche un’urgente necessità di regolamentazione e programmazione e, se questo non avverrà, perderemo un treno che non credo passerà mai più.

Se vogliamo competere con mete turistiche di rilevanza internazionale dobbiamo internazionalizzarci e specializzarci, se vogliamo la crescita dobbiamo crescere, tutti e senza perdere tempo.

di Armenia Cotardo

(immagine di copertina di Antonio Scolozzi)



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