Pasqua, cartina al tornasole per il turismo salentino

Pasqua è quel periodo in cui un territorio inizia a scaldare i motori in vista della stagione estiva, ormai alle porte. Occhi puntati al 5 aprile, dunque, perché mai come quest’anno nel Salento l’immagine da cartolina rischia di essere offuscata dall’emergenza Xylella.

Negli ultimi anni, la Puglia ed il Salento stanno vivendo un momento d’oro dal punto di vista delle presenze turistiche. Grazie al passaparola di chi sceglie di trascorrere le vacanze in una delle bellissime località sparse da nord a sud della regione si sono finalmente accesi  i riflettori su questa terra dalle mille opportunità. Senza contare poi la visibilità che i tanti riconoscimenti nazionali ed internazionali hanno regalato al territorio, catapultandolo sulle prime pagine dei giornali cartacei e online e influenzando gli indecisi.
 
Memori di un primato meritato, ma conquistato a fatica grazie agli eventi che trasformano spiagge e piazze in palcoscenici a cielo aperto, alle bellezze naturali e architettoniche delle località in riva al mare e dell’entroterra, al mare e alle spiagge che non hanno nulla da invidiare a quelle più famose e gettonate, al cinema che ha fatto conoscere paesini quasi sconosciuti, diventati improvvisamente set perfetti per le riprese, la musica che ispira canzoni o intorno a cui ruotano manifestazioni ormai di richiamo ormai internazionale e all’enogastronomia che ha ‘preso per la gola’ i visitatori, quando arriva marzo automaticamente il pensiero inizia a viaggiare alla prossima estate. Il Salento continuerà ad essere la meta preferita dei turisti? La Puglia si confermerà come destinazione più ambita?
 
Forse, è ancora troppo presto per calcolare quale sarà l’andamento della prossima stagione, ma una cosa è certa Pasqua da sempre rappresenta un banco di prova, un modo per misurare e misurarsi, una sorta di termometro turistico. È in questi giorni che il Salento scalda i motori, inizia a strizzare l’occhio a chi decide di mettersi in viaggio per qualche giorno sperando di ‘sedurlo’ talmente tanto da convincerlo a tornare quando, ferie permettendo, si ha più tempo a disposizione per scoprire questo o quel particolare sfuggito a  causa della «fretta».
 
È stato così da sempre e lo sarà anche quest’anno con l’unica differenza che nel 2014 potevamo contare su spot trainanti che possono aver spinto più di qualcuno a scendere fin sotto al tacco come quello regalato da Ferzan Ozpetek nel film «Allacciate le cinture» o da Edoardo Winspeare in «In grazia di Dio» o dalla colonna sonora dei Negramaro in onore della nazionale azzurra per i mondiali disputati in Brasile.
 
Certo qualche grana l’hanno data le immagini finite su Tg e rotocalchi nazionali ed internazionali dello sgretolamento della nostra bellissima falesia, con i danni alla costa ed i vari divieti di balneazione tra Roca e Otranto, passando per Torre dell’Orso e la marina di Sant’Andrea, ma è paragonabile alle conseguenze che la Xylella fastidiosa può avere sull’immagine da cartolina del Salento? Il dubbio è lecito, più che lecito.  Il batterio killer che ha condannato a morte gli ulivi salentini è un biglietto da visita che proprio non piace e c’è chi parla già di disdette o telefonate allarmanti di chi, giustamente, chiede spiegazioni.
 
Se le cose stessero davvero così a settembre potremmo ritrovarci a dover fare i conti con due settori in ginocchio, quello agricolo e quello turistico. Non è allarmismo, lungi dal voler essere catastrofisti in un momento delicato come questo, ma negare come è stato fatto con l’emergenza che non esiste un problema non solo sarebbe da ottusi, ma rischierebbe di aggiungere al danno anche la beffa. Quella della superficialità!