Il viaggio di Davide continua, tappa a Skibotn e qualche problema con “Africa”

Il viaggio di Davide Urso continua, ma nella tappa a Skibotn per la prima volta dopo quasi ottomila chilometri percorsi, Africa – la macchina – ha dato qualche piccolo problema risolto grazie alla generosità della gente del posto.

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Mi sono svegliato sapendo di essere al Polo Nord e mi sono sentito l’uomo più felice e sereno del mondo.

Dietro di me avevo Pavel che leggeva un libro, ancora disteso nel suo sacco a pelo, davanti a me un porticciolo e alla mia sinistra il mare di Barents; ho voluto perdermi qualche minuto ancora nei pensieri e nella pace interiore che giorno dopo giorno stavo coltivando.

Il tempo di lavarmi alla buona, di cambiarmi, di ordinare l’auto, per poi cercare di metterla in moto, ma invano. Non so perché, ma non è partita.

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Dopo tanti chilometri “macinati” Africa ha avuto qualche problema

Abbiamo chiesto aiuto a qualche abitante, ma nessuno aveva un’auto adatta all’uso i cavi: troppo nuove. Un signore, un santo, ci ha spiegato che non aveva auto, ma aveva un barca ormeggiata nel porto e che avrebbe potuto smontare la batteria. Come non accettare?!

Si è mezzo bagnato per cercare di aiutarci, si è caricato in spalla la batteria e ce l’ha prestata. Nulla da fare, ancora non partiva, segno che non era quello il problema. Il sangue cominciava a congelarsi, perché chiamare un carro attrezzi in un’isola norvegese costa all’incirca 800 €, più la riparazione che a questo punto sembrava abbastanza consistente.

Quello stesso signore, preoccupato per noi, ha disturbato altre persone, tra cui una donna, che vivevano lì vicino e si sono adoperati nella classica operazione di “spingitura” dell’auto.

Sei persone che spingevano la mia Africa, le facevano acquistare velocità e lui, da dentro, che cercava di farla partire in seconda. A primo tentativo nulla da fare, ma al secondo la mia Ford Tourneo Connect, grigio sporco, si è risvegliata e abbiamo ripreso a guidare per le isole Lofonen, in direzione nord.

Nel mezzo della strada abbiamo trovato una spiaggia, talmente ben fatta che ci ha richiamato l’attenzione e, tra una provocazione e una dimostrazione di coraggio, abbiamo fatto il bagno in un’acqua che è tra le più fredde al mondo, che rasenta la congelazione. Una cosa so per certo: mai più!! Se volete vedere com’è andata a finire, guardate il video su youTube, ne vale la pena.

Arrivò il momento di lasciare Pavel a Lavik, che visitai solo di sfuggita. Se da una parte ero contento di ritrovare la mia indipendenza e libertà (perché comunque quando si viaggia in due si devono accettare dei compromessi) dall’altra ero dispiaciuto perché mi trovai veramente bene con lui. Però, the show must go on! Avrei voluto passare da Tromso, ma ero veramente stanco e avrei dovuto guidare per un’altra ora e mezzo, per poi l’indomani ripercorrere quella strada per rimettermi sulla carreggiata verso Capo Nord, quindi sacrificai quella cittadina e rimasi sulla E6, la mitica strada, piena di imprevisti e colpi di scena che ti conduce fino a li, fino a Nordkapp.

Ho guidato fino all’1 e mezza per guadagnare quanto più tempo possibile e evitare di guidare troppo domani, il mio giorno, il giorno dell’arrivo alla mia meta, sempre sognata e ogni giorno più vicina.



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