Il viaggio di Davide Urso continua in Polonia, tappa a Varsavia

Lasciata Vilnius (una città quasi al confine con la Bielorussia) alle spalle, Davide si è diretto a Varsavia, la bella capitale della Polonia. Prossima tappa? Odessa…lo ha svelato mentre si tagliava i capelli.

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Vilnius non si affaccia sul mare, si trova quasi al confine con la Bielorussia, grande esclusa del viaggio. Avrei voluto passare da Minsk ma, come per la Russia, per entrarvi avrei dovuto chiedere un visto del valore di 30 €, con tanto di lettera di invito da parte di una struttura ricettiva, come un hotel, un’assicurazione medica obbligatoria, anche questa sui 35 € e le date precise di ingresso e di uscita dal paese. Una rogna per chi come me sta andando all’avventura; non avrei saputo prima di partire per il viaggio se mai ci sarei arrivato in Bielorussia, figurarsi le date precise.

Un qualcosa di strano, che non conoscevo prima di pianificare il viaggio, ma che mi sono reso conto di essere in buona compagnia, è che tra Lituania e Polonia, sempre sul mar Baltico, è presente un fazzoletto di terra che appartiene alla Russa, che non si può attraversare senza un permesso, tra l’altro, è il luogo dove Immanuel Kant nacque…solo per questo ci sarei voluto passare, ma lo lascio per un prossimo viaggio, magari una Transiberiana per arrivare in Giappone…vedremo.

Davide sta raggiungendo Varsavia

Per adesso svolto verso sinistra, ritorno nell’Europa centrale, a Varsavia. Ho girato in auto per alcune strade del centro e sono rimasto colpito dalla modernità della città, non me l’aspettavo. Una volta trovato un buon parcheggio, sotto un albero che la mattina mi avrebbe protetto dal sole, ho affittato una bicicletta, la prima volta da quando sono partito, perché le condizioni di affitto erano fantastiche. Una volta creato l’account, bisognava ricaricare di 2 € il saldo e si poteva prendere una bici e usarla gratis per un quarto d’ora, terminato il quale la depositavo, ne prendevo un’altra e continuavo a pedalare per altri 15 minuti. Se tardavo nel lasciarla, un’ora costava 15 centesimi (se ricordo bene), praticamente nulla!

Per la prima volta Davide ha deciso di visitare la città in bicicletta

Da qualche giorno avevo una voglia matta di fare una cosa (non volevo compiere un’azione, non volevo adempiere a un’esigenza: volevo fare una cosa! A volte le parole semplici sono le più giuste per descrivere bisogni semplici), ma rimandavo sempre, perché non era importante, ma mi guardavo e non mi piacevo, quindi perché non tagliarmi i capelli? Mentre passeggiavo in bici ho trovato l’insegna di un taglio economico e rapido, giusto ciò che faceva per me, uno che ha pochi soldi e che vuole un’acconciatura semplicissima. La parrucchiera era ucraina, di Odessa. Abbiamo cercato di comunicare, con il suo livello veramente basso di inglese, e le ho raccontato che da lì a qualche giorno sarei passato dalla sua città, quindi se potesse raccomandarmi alcuni posti da visitare. Lo ha fatto e ho preso nota di tutto. Questo è il bello di avere un’organizzazione superficiale: posso completare le idee che ho, modificarle, migliorarle, cambiarle, è un’incertezza costante, permessa da una ottima organizzazione generale, e più tempo passa e più mi rendo conto di essere stato bravo in ciò.

Che meraviglia pedalare nel centro storico di Varsavia con il vento che rinfresca le tempie appena sfoltite; la piacevole brezza cittadina, in estate, ha la capacità di incentivare la voglia di passeggiare, senza rinchiuderti in un locale con aria condizionata. I grattacieli di nuova generazione e le chiese storiche, a pochi isolati di distanza, sono un esempio concreto di come l’antico e il moderno possano ben convivere. Se fatto male sarebbero un pugno all’occhio, ma Varsavia resta elegante nonostante questo mix di architetture, o forse grazie a questo mix di architetture.

La ‘modernità’ di Varsavia



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