Come ogni anno arriva puntuale l’appuntamento con lo storico Calendario dell’Arma dei Carabinieri.
In contemporanea nazionale è stato presentato alla stampa presso il Comando Provinciale Carabinieri di Lecce dal Ten. Col. Saverio Lombardi.
Il tema del Calendario 2017 è incentrato sui “Simboli dell’Arma”, rappresentazione visiva dell’essenza dell’Istituzione, che si susseguono nelle diverse tavole, mostrandoci i diversi stili con cui l’arte grafica si è evoluta nel tempo, a partire dall’anno di fondazione dei Carabinieri, il 1814, fino alle contemporanee suggestioni visuali.
Per la prima volta la presentazione specialistica del Ten. Col. Lombardi, è stata arricchita dalla presenza della storica dell’arte prof.ssa Maria Agostinacchio, invitata a commentare criticamente le varie esperienze estetiche fondanti del linguaggio grafico, attraverso i periodi storici che hanno visto l’evolversi parallelo della storia della nostra Nazione, della Arma dei Carabinieri e della storia dell’estetica visiva.
Il Calendario, divenuto ormai un oggetto di culto, ha raggiunto una tiratura di 1.300.000 copie, di cui quasi 10.000 in altre lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco e arabo). Nato nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949 il Calendario tornò a vivere nel 1950 e da allora è stato puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dei Carabinieri e della stessa Storia d’Italia.
Le tavole sono state ideate e realizzate sotto la direzione artistica di Silvia di Paolo e accompagnano l’appassionato lettore con riferimenti dettagliati alla Storia d’Italia e alla storia dell’Arma, in un intreccio colto e molto agile. Fanno da prefazione i pensieri iniziali che Gillo Dorfles e Philippe Daverio dedicano al Corpo attraverso ricordi ed emozioni personali, unitamente all’analisi augurale del Gen. C.A. Tullio del Sette, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.
Così le pagine, dominate dai colori rosso-blu, si arricchiscono di simboli dell’Arma associati ai diversi periodi storici. La carabina, da cui traggono il nome i Carabinieri, si associa alla grafica ottocentesca; lo stile Umbertino al Corpo dei Corazzieri; la floreale Art Nouveau è lo sfondo per la daga; gli alamari mostrano affinità con la Wiener Werkstatte; la giberna volteggia tra immagini del Futurismo; la fascia scarlatta diventa un elemento del Bauhaus; l’Art Decò sintetizza il pennacchi; l’architettura del Razionalismo si metamorfizza nel mantello; l’optical art è cornice per la lucerna; lo stile hippie si destruttura militarmente nel basco; la gazzella diviene un mezzo “Pop”; ed infine la nuova era si spalanca con le nuove tecnologie visuali, in una molteplicità di app.
Ancora una volta il Calendario dell’Arma conferma la preziosa vocazione di oggetto da collezione, non disgiunto da un valore intrinseco storico ed estetico.