«Se bb’è ssuta la sacàra iti truvàtu l’acchiatura!». Come accade spesso nel Salento, terra di storie e leggende, la scoperta della Grotta dei Cervi a Porto Badisco è legata ad un aneddoto che rende il racconto del rinvenimento di uno dei principali monumenti del neolitico in Europa, grazie ai suoi 3mila pittogrammi in ocra rossa e guano di pipistrello che hanno affascinato e continuano ad affascinare gli scienziati di tutto il mondo, ancor più affascinante.
Si narra, infatti, che uno degli speleologi mentre stava radunando gli strumenti, semplici e primitivi come candele, vanghe o la "caldarina", sentì una strana aria fresca provenire da un pertugio nella roccia. Fu in quel momento che gli apparve una vecchietta vestita di nero, forse una macàra o una megera, che pronunciò quelle parole «se è uscita una vipera avete trovato il tesoro!». Era l’ingresso della Grotta dei Cervi.
Era 1 febbraio del 1970 quando Severino Albertini, Isidoro Mattioli, Remo Mazzotta, Daniele Rizzo ed Enzo Evangelisti svelarono uno dei principali monumenti del neolitico in Europa, grazie ai suoi 3mila pittogrammi in ocra rossa e guano di pipistrello che hanno affascinato e continuano ad affascinare gli scienziati di tutto il mondo. Danze rituali, scene di caccia, simboli ancora tutti da decifrare… e persino mani di bambini rimasti lì per migliaia di anni.
Sono passati 47anni da quando è stata scoperta la «Cappella Sistina del Salento» eppure sono in pochi a ricordare questo momento. Uno dei pochi a celebrare quest’importante anniversario è il Museo Archeologico Faggiano. E nel 2017 non sarà da meno. Mercoledì, 1 Febbraio alle ore 18.00 il regista e scrittore Alessandro Romano presenterà il suo libro "L'alba del difensore degli uomini" in cui racconta il suo incontro con la Grotta dei Cervi e a seguire ci sarà la proiezione del primo documentario realizzato sulla scoperta della Grotta dal titolo "Il coso e la cosa" di Maurizio Pasetti e Mara Favero.
L’appuntamento è in Via Ascanio Grandi a Lecce.