Abbattere le barriere architettoniche. I disabili chiedono la «Consulta dell’handicap»


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Istituire la Consulta dell’handicap e adottare il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche: è questa la richiesta di numerosi associazioni di disabili della Città di Lecce.

Abbattere le barriere architettoniche per i disabili leccesi Rendere la città accessibile anche ai diversamente abili  che, ogni giorno, affrontano la vita "ad ostacoli". E’ questo che chiedono Unione Italiana Ciechi e ipovedenti – sezione di Lecce-, Comunità Emmanuel, S.F.I.D.A. (Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità) e la sezione provinciale di E. N. S.

“Costituire la Consulta dell’handicap e adottare il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, in adempimento delle leggi vigenti e in virtù del principio costituzionale secondo il quale tutti i cittadini sono uguali, con gli stessi diritti e le stesse libertà, e le istituzioni hanno il dovere di porre in essere le condizioni per attuarlo” è questa la proposta avanzata dalle associazioni di disabili leccesi.

“I Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, e, dal 1992, anche delle barriere sensoriali, i così detti “PEBA” – prosegue la nota diffusa dalle associazioni – sono specifici strumenti di gestione e pianificazione urbanistica previsti dalla legge finanziaria del 1986. Questi Piani avrebbero dovuto essere adottati, fin dal febbraio 1987, dagli Enti centrali e locali in base alle rispettive competenze sull’edificio o sullo spazio pubblico da adeguare, pena, per i Piani di pertinenza dei Comuni e Provincie, la nomina di un Commissario ad hoc da parte della Regione. E' del tutto evidente che i PEBA sono, per la stragrande maggioranza dei soggetti obbligati, solo un oscuro acronimo, viceversa, rappresentano strumenti basilari ricognitivi, atti a dare certezza prospettica al diritto alla mobilità delle persone con disabilità, in quanto da detti Piani deve risultare anche la tempistica degli interventi per eliminare le barriere”.

Le  associazioni invitano l’Amministrazione a “costituire e quindi utilizzare la Consulta dell’handicap, che è uno strumento normativo obbligatorio, necessario per l’intercettare e interpretare esigenze particolari di determinate categorie di cittadini e  – concludono – propedeutico per intervenire razionalmente sul territorio, sia in fase progettuale, che successivamente”