Le politiche di inclusione e i fondi regionali per l’abbattimento delle barriere architettoniche


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L’abbattimento delle barriere architettoniche è una spinosa questione che, insieme ad altri argomenti, è al centro delle politiche di inclusione. La legge ha fatto molto in materia e si è impegnata affinché il superamento delle barriere non restasse solo su carta ma avesse un riscontro oggettivo, effettivo ed efficace anche nel quotidiano. Nel 1989 arriva la prima legge che impone che tutti gli spazi pubblici debbano essere fruibili anche da persone che presentano problemi di mobilità, per restituire la giusta indipendenza e soprattuttola dignità ai disabili, permettendo loro di partecipare senza limitazioni alla vita sociale e lavorativa.

Le politiche di inclusione sociale tanto stanno facendo per promuovere l’abbattimento delle barriere architettoniche e, soprattutto, per facilitare la vita alle persone con disabilità.

Ogni Regione, supportata dai Ministeri e dallo Stato, mette a disposizione di chiunque ne faccia richiesta fondi economici a sostegno di lavori di intervento che puntino al miglioramento o alla costruzione di edifici senza barriere architettoniche. La legge regionale Puglia 39/2012 amplia il concetto di barriere architettoniche definendo barriera qualsiasi ostacolo che impedisca ai cittadini con disabilità di usufruire degli spazi pubblici e degli edifici con uso abitativo. Per questo, chiunque voglia montare miniascensori, pedane elevatrici o montascale in Puglia, così come in altre Regioni, può godere di importanti agevolazioni.

Questo perché, in materia di politiche di inclusione, gli interventi si espletano nella fattiva conquista di una piena autonomia delle persone disabili o non autosufficienti. Obiettivo primario delle politiche di inclusione è la completa cancellazione di tutte le cause che impediscono o semplicemente limitano il normale svolgimento delle attività quotidiane al fine di diffondere una vera cultura della disabilità, fondata sul riconoscimento delle pari dignità e delle pari opportunità.

Questo anche in luce a quanto dichiarato dalla convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Il 13 D.M. 236 del 1989 è alla base di questa rivoluzione che, partendo dal campo dell’architettura,si sviluppa in altri ambiti e regolamenta la progettazione attinente agli edifici privati per cui si intende:

Il DM 236/89, il regolamento di attuazione di questa normativa, stabilisce quali siano i livelli qualitativi di progettazione e costruzione degli edifici attraverso tre criteri: accessibilità, visitabilità e adattabilità.

Oltre a questo, la legge prevede anche importanti agevolazioni fiscali che, tramite la detrazione Irpef, intervengono sull’acquisto e sul montaggio di dispositivi come montascale e pedane elevatrici, solo per fare un esempio.

Per darvi un’idea più precisa di quanto anche il sostegno economico sia alla base delle politiche di inclusone, vi forniamo le informazioni che seguono.

La legge impone che il contributo venga erogato solo a conclusione dei lavori. Anche per quanto riguarda il saldo degli stessi, sarà necessario effettuare un bonifico bancario, unico modo di pagamento possibile.Nel bonifico, sarà necessario indicare la causale e il codice fiscale del richiedente, oltre che quello dell’amministratore di condominio qualora il costo dell’intervento fosse a carico di tutti i condomini di uno stabile.

Il richiedente avrà poi l’obbligo di presentare la copia del bonifico e le fatture relative ai lavori di intervento agli ufficifinanziari del Comune al fine di ottenere il rimborso.

A monte, per potere procedere con la richiesta, si dovranno presentare:

  1. una prescrizione medica rilasciata da un medico specialista della Asl di appartenenza del richiedente che attesti il reale legame funzionale tra la disabilità e il sussidio di cui si richiede l’acquisto;
  2. un certificato rilasciato dalla stessa Asl che attesti l’invalidità funzionale di carattere permanente del richiedente.

Nel caso in cui la Regione non potesse far fronte alla richiesta, le richieste che non potranno essere soddisfatte immediatamente resteranno in graduatoria per i successivi 2 anni.

Avendo parlato di interventi a carico dei condomini, preme precisare che nel caso di una spesa sostenuta per lavori effettuati in un condominio, la detrazione corrisponderà al 50%. Nel caso di privati che richiedano l’intervento, il rimborso rientrerà tra le spese sanitarie e sarà pari al 19% della spesa complessiva.