Con l’inizio del nuovo anno scolastico, le scuole tornano a vivere, a popolarsi di bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Un momento di grande emozione per le migliaia di giovani che ritrovano compagne e compagni e ancor di più per coloro che varcano per la prima volta la soglia della loro classe.
Lo è anche per i rifugiati e le rifugiate ospiti dei progetti SAI gestiti da Arci Lecce Solidarietà, cooperativa sociale che da circa vent’anni opera nella gestione di progetti di accoglienza integrata per richiedenti asilo e rifugiati nelle province di Lecce e Brindisi.
Alunne e alunni stranieri la cui presenza è diventata un elemento cardine per la scuola italiana, in molti casi addirittura salvifico, andando a tamponare l’emergenza numerica patita dal sistema scolastico.
Lo raccontano i dati del Miur che, nelle più recenti analisi, contano l’iscrizione di quasi un milione di ragazzi e ragazze di nazionalità straniera nelle nostre scuole. Un numero in crescita progressiva nell’ultimo decennio, assestatosi di recente e che testimonia come la presenza di stranieri sia un freno al declino demografico.
L’Italia che non cresce fa sempre meno figli. E se il declino demografico non è diventato un tracollo, è solo grazie agli stranieri presenti nel nostro Paese.
I dati Istat lo hanno messo più volte nero su bianco, nei bilanci sulla popolazione degli ultimi anni: senza stranieri, in quattro anni la popolazione italiana si sarebbe ridotta di 1 milione e 300mila unità.
Ecco allora che, anche per la vita delle scuole, la presenza di nuclei di rifugiati e rifugiate sul territorio diventa determinante. Secondo il Ministero, quella degli studenti stranieri nati in Italia è l’unica componente in crescita nella popolazione scolastica italiana. E se al nord il fenomeno dello spopolamento non è un campanello d’allarme, al sud è già accaduto che la desertificazione di piccoli centri sia stata tamponata dall’arrivo di stranieri. Con il conseguente “salvataggio” di scuole, grazie a classi il cui numero minimo viene raggiunto proprio con la presenza di piccole e piccoli alunni stranieri.
“La scuola è uno dei primi luoghi di incontro e di confronto per bambine e bambini, ed è da sempre anche luogo di inclusione e di superamento delle disparità”, commenta Anna Caputo, presidente di Arci Lecce Solidarietà. “Oggi i dati raccontano come l’integrazione scolastica non sia più esclusivamente un processo culturale, ma abbia anche una grande valenza sociale nel consentire a tanti piccoli centri del nostro territorio, che rischiano di spegnersi, di coltivare il loro domani”.