La storia come sempre si ripete. Così come avverrà prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale, Stalin riuscirà a creare un grande impero occupando ed annettendo alla Russia tutti gli Stati a lui più vicini, Lettonia, Estonia, Lituania, Ucraina, Bielorussia, Crimea, Caucaso e molti altri del territorio Europeo, dando vita a quell’immenso territorio che diventerà l’Unione Sovietica.
In tutto il territorio sovietico il dittatore si dimostrerà uomo crudele e sanguinario dal momento in cui, nel 1922, verrà nominato Segretario Generale del partito comunista, lui che nel 1917 aveva partecipato alla rivoluzione bolscevica. La rivoluzione porterà al rovesciamento dello Zar Nicola II e alla sua successiva uccisione.
Sotto il regime stalinista, sino al 1953 anno della morte del dittatore, moriranno nei gulag, a causa del lavoro coatto, per fame, pulizia etnica, esecuzioni sommarie e crimini di guerra, oltre trenta milioni di persone.
Dal 1953 in poi le cose in Unione Sovietica non cambieranno molto in quanto, nonostante i vari processi di destalinizzazione portati avanti a fatica dai successivi Presidenti, l’ideologia comunista, atea e materialista, continuerà a consolidarsi nella politica, nella società e nella cultura russa.
Tutto cambierà, o meglio, quasi tutto, solo nel 1989 con la caduta del Muro di Berlino e la disgregazione dell’Unione Sovietica nel 1991, grazie soprattutto agli interventi di San Giovanni Paolo II e alle politiche distensive e democratiche dei Presidenti El’cin e Gorbaciov.
Con Vladimir Putin, ex membro del Kgb negli anni giovanili, sembra si sia piombati negli anni più bui per la nazione ed il popolo russo. L’incarcerazione di dissidenti, di giornalisti ed oppositori, la censura della stampa, l’annessione della Crimea e la guerra di questi ultimi giorni, stanno portando le politiche dell’attuale Presidente ad una continuità tra questa Russia e la vecchia Unione Sovietica, delegittimando l’indipendenza dell’Ucraina per la quale Putin ha asserito che “è stata creata da Lenin, è stato il suo architetto. Non è un Paese confinante, (ha continuato lo “zar”) è parte della nostra storia e della nostra cultura”, da sola non conta nulla.
Una dichiarazione del genere è propria di un Capo di Stato o di Governo che ha la negativa stoffa del dittatore e crede che, solo, può fare ed ottenere tutto ciò che vuole. Gli scenari si preannunciano dei più seri e catastrofici con l’aumento delle vittime e dei profughi ucraini che a piedi affrontano centinaia di chilometri al freddo, senza acqua e cibo. L’Europa e l’America continuano a portare avanti politiche sanzionatorie contro la Russia e i suoi oligarchi, con lo scopo di distruggerne l’economia e isolarla dal mondo intero senza possibilità di ripresa nel prossimo futuro. Tutto questo sta avendo i suoi primi effetti e sta contribuendo a far sì che non avvenga una terza guerra mondiale che porterebbe alla fine, a mio avviso, del genere umano e del pianeta sul quale vive. Si spera che tutte queste misure possano essere sufficienti nel breve e lungo periodo perché a Putin, diversamente, non basterà occupare l’Ucraina, ma sarebbe pronto a qualche rivendicazione verso le indipendenti Repubbliche Baltiche e la Moldavia. “La Russia continuerà a spargere nel mondo i suoi errori”, aveva detto la Madonna a Fatima. Tutto è, inesorabilmente, conforme alle ultime profezie.