«Architettura della legalità», sottoscritto l’accordo in Prefettura


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Rendere più efficiente ed efficace l’attività di contrasto della corruzione e dell’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico e sociale. È questo l’obiettivo dell’accordo sottoscritto questa mattina nella sede della Prefettura leccese, con il Procuratore Generale della Corte d’Appello ed il Procuratore della Repubblica.

È un accordo di fondamentale importanza perché, per la prima volta, in maniera strutturata ed articolata, Prefettura e magistratura decidono, in attesa che vengano raggiunte intese a livello centrale a carattere generale, di scambiarsi reciprocamente dati ed informazioni necessarie per applicare le disposizioni di legge previste nel codice antimafia e nella legge anticorruzione. Ciò consentirà di svolgere un’azione di prevenzione più efficace sia delle infiltrazione mafiose nell’economia sia della corruzione nelle Pubblica Amministrazione.

Il tutto sarà possibile grazie alla circolarità dei dati tra sistemi informativi afferenti sia alle procedure di rilascio delle certificazione antimafia da parte della Prefettura di Lecce, sia all’applicazione della normativa sulla prevenzione della corruzione e per la trasparenza anche in relazione agli amministratori in carica. In poche parole, il sistema informativo segnalerà con prontezza le situazioni di incandidabilità, segnalando situazioni in cui un presunto candidato o un amministratore già in carico si trovi in situazioni scomode dal punto di vista giudiziario (situazioni che ovviamente saranno valutate di volta in volta).

È stata illustrata, proprio a questo proposito, la Banca Dati provinciale realizzata con risorse del Pon Sicurezza 2007-2013, nell’ambito del progetto “La rete dei responsabili della legalità negli appalti pubblici”, volto alla realizzazione di sistemi di infrastrutturazione tecnologica digitale, di video comunicazione e di raccolta dei dati forniti dalle stazioni appaltanti, nel cui ambito già oltre 100 istituzioni della provincia hanno aderito con protocolli sottoscritti il 9 ottobre 2012 ed il 19 ottobre 2013.

Tale progetto, unico in Italia, grazie al finanziamento europeo di circa 400mila euro, creerà in ambiente protetto e finalizzato un moderno sistema non solo di controllo degli appalti pubblici che potranno essere monitorati nelle varie fasi e in particolare nel monitoraggio della filiera delle imprese subappaltatrici, ma anche di accertamento dei requisiti per un veloce rilascio delle certificazioni antimafia.

Tutto questo percorso prende il nome di Architettura della legalità e i suoi principi cardine sono: circolarità dei dati, principio sancito dal Cad; cooperazione interistituzionale tra prefettura, autorità giudiziaria, forze di polizia, Gia, stazioni appaltanti; individuazione di una figura cardine, il Responsabile della Prevenzione della Corruzione, siano i referenti privilegiati delle politiche per l’affermazione della legalità; sviluppo di sinergie con partenariato privato sia in fase di semplificazione del rilascio della certificazione antimafia che nel monitoraggio degli appalti.

Alla presentazione dell’iniziativa antimafia sono intervenuti il Prefetto di Lecce Giuliana Perrotta; il procuratore Nazionale Antimafia, dr. Franco Roberti; l’autorità di Gestione del Pon Sicurezza, Prefetto Emanuela Garroni; il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, dr. Cataldo Motta; l’assessore Loredana Capone in rappresentanza della Regione Puglia; il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone; il vicesindaco di Lecce Carmen Tessitore; il Presidente della Camera di Commercio di Lecce Alfredo Prete e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

Il procuratore capo della Repubblica, Cataldo Motta, ha commentato con entusiasmo l’accordo raggiunto: “Accordo che prevede che non ci sia un rapporto a compartimenti stagni tra le varie istituzioni e di diffondere le conoscenze attraverso un’attività di coordinamento. Si devono incrementare i rapporti di comunicazione per dare rilievo alle esigenze di pulizia delle amministrazioni pubbliche, degli appalti pubblici e di chi ricopre figure pubbliche. Il sistema prevede che si possa avere una base da cui partire con un maggiore dialogo tra di noi”.