Con le parole tratte da un’omelia di San Bernardo sulla Madonna si apre il messaggio di auguri per le prossime festività da parte del’Arcivescovo Metropolita di Lecce.
“Natale è il mistero grande della Parola che si è fatta carne ed è venuta ad abitare con noi – scrive Mons. Domenico D’Ambrosio nel messaggio ai leccesi – Dio in Cristo Gesù si fa nostro compagno di viaggio. Da questo suo venire a stare con noi e a camminare con noi, scaturisce l’impegno, come scrive Papa Francesco nella recente Esortazione apostolicaEvangelii gaudium, a “uno sguardo di vicinanza per contemplare, commuoversi e fermarsi davanti all’altro tutte le volte che sia necessario”.
Il vescovo poi prosegue “In questo tempo di avvertite e sofferte solitudini, siamo chiamati ad accogliere l’invito del Papa che nello stesso documento scrive che “la Chiesa dovrà iniziare i suoi membri all’arte dell’accompagnamento perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro. Dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione”. L’ascolto ci aiuta ad individuare il gesto e la parola opportuna che ci smuove dalla tranquilla condizione di spettatori e ci fa andare incontro ai molti curvati e prostrati dalle fatiche, dalle emarginazioni e dalle solitudini”.
E ancora “Il Natale di questo anno è intriso di timori, paure che spingono tanti ancor più alle solitudini sofferte e molti altri a rinchiudersi nelle proprie sicurezze da difendere con il rischio di egoismi non conclamati ma di fatto cercati e accolti. E’ una scelta che non può appartenerci dal momento che la nostra solitudine è vinta dall’Emmanuele, il Dio con noi, il Dio che entra nella storia e si fa nostro compagno di viaggio. Il nostro Natale più che mai dovrà vincere qualche solitudine . Sulla strada in questi giorni di festa troveremo qualcuno che quasi si ripara e protegge la sua solitudine. Fermiamoci! Invitiamolo a percorrere un tratto di strada con noi, magari portandolo nella nostra casa perché condivida un momento di quella comunione di amore che è il segno e il riconoscimento del nostro essere discepoli di Cristo”.
Infine l’Arcivescovo lancia la sua proposta perché il Natale sia davvero nel segno della solidarietà tra gli uomini “nella cena pasquale gli Ebrei lasciavano a tavola sempre un posto e un bicchiere vuoto con l’auspicio di poter accogliere il profeta Elia. Non sarebbe bello lasciare un posto vuoto alla nostra tavola per invitare qualcuno degli ospiti delle nostre mense o dei senza fissa dimora a condividere la gioia e la festa del Natale?”