“Ci sono situazioni critiche, spesso sottovalutate”. Le descrive così condizioni in cui versano gli ospedali di Casarano, Galatina e Copertino il Segretario Generale Provinciale della Dederazione Cisal Sanità Giovanni D’Ambra che ha deciso di prendere carta e penna e scrivere al Commissario Straordinario della ASL di Lecce Rodolfo Rollo, ma anche al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, nonchè al Prefetto e al Procuratore della Repubblica.
“Fin dall’istituzione dell’ASL di Lecce – scrive D’Ambra – nessun Direttore Generale ha mai elaborato un Atto Aziendale quale documento programmatico preliminare a qualsivoglia organizzazione aziendale, con il quale si definisce l’assetto organizzativo e funzionale dell’Azienda, individuando le strutture operative dotate di autonomia gestionale o tecnico professionale. L’atto aziendale e l’istituzione delle strutture ivi previste – spiega – divengono efficaci solo a intervenuta approvazione da parte della Giunta regionale. Nonostante questa grave mancanza (che basta ed avanza per l’immediata decadenza dall’incarico) gli stessi DG via via succedutesi hanno continuato, e continuano, a fare “ipotesi di lavoro”, “proposte”, “atti di indirizzo”, “chiusure”, “accorpamenti”, “trasferimenti” in modo assolutamente irregolare ma soprattutto non rispondenti alle reali situazioni sanitarie dell’intero territorio della provincia di Lecce.
Entrano dello specifico Cisal poi evidenzia: “il trasferimento dettato dalla Direzione Generale dell’U.O.C. di Chirurgia Pediatrica “Sergio Rini” dall’Ospedale di Casarano al “Vito Fazzi” di Lecce nella ipotesi, futura, di un ipotetico polo pediatrico che dovrebbe tra poco sorgere. Ma ancora non esiste nessuna autorizzazione: nè ministeriale, nè regionale alla sua attuazione nè alcun accreditamento ufficiale.
Tale incauto atto di sospensione del lavoro dell’UOC all’interno dell’Ospedale di Casarano, in assenza peraltro di valide ed inoppugnabili motivazioni giustificative, ha turbato notevolmente la regolarità del reparto sia alla numerosa utenza che giornalmente, da oltre 25 anni ha continuato lì a recarsi sia al personale che tutto assieme ed in stretto contatto con le altre figure professionali all’interno del “Francesco Ferrari”con alta professionalità, notevole e gratuita abnegazione ha dato vere, concrete ed eccellenti risposte sanitarie a questa branca della chirurgia”.

E poi c’è la spinosa questione sul ridimensionamento da unico Ospedale di Livello Intermedio dell’Asl Lecce, con 277 posti letto totali suddivisi in U.O.C. di Cardiologia- Diabetologia Mal.Endocrine- Geriatria- Medicina Interna- Nefrologia e Dialisi- Neurologia- Oncologia- Chirurgia Generale- Ortopedia e Traumatologia- Urologia- Chirurgia Pediatrica- Ostetricia e Ginecologia-Pediatria- Centro di Rianimazione-Unità Coronarica- Pronto Soccorso e Medicina d’Accettazione e d’Urgenza e OBI -Psichiatria- Lungodegenza- Radiologia Tac Risonanza Magnetica Nucleare( h/24)- Lab. Analisi Cliniche (h/24)- Servizio Trasfusionale- Farmacia, ad Ospedale di Base. Oltre al trasferimento presso l’Ospedale di Gallipoli delle U.O. di Ostetricia – Ginecologia e Pediatria.
“Tutto ciò comporterà delle conseguenze di ordine sanitario, che potrebbero ulteriormente manifestarsi a breve, nella popolazione residente nel territorio comunale e nell’intera area caratterizzata dal bacino di utenza dell’Ospedale “F.Ferrari” di Casarano stimato in circa 180.000 abitanti”, prosegue la Cisal.
“Diffidiamo, allora, il Commissario Straordinario Asl Lecce, a perseguire gli obiettivi gestionali ed operativi definiti dal piano sanitario regionale, nonchè ad astenersi dall’autorizzare, asseverare e dare esecuzione a nuove attività, come quella già programmata per i prossimi giorni per l’Ospedale di Casarano, della razionalizzazione delle guardie attive di anestesiologia e di rianimazione che prevede una sola guardia attiva h24”.
Secondo D’Ambra, “negli ospedali della Provincia di Lecce (ma non solo) dotati di Centro di Rianimazione e Blocco Operatorio Chirurgico esiste, almeno la doppia guardia: una dedicata all’assistenza dei pazienti degenti in Rianimazione e l’altra all’attività chirurgica urgente, alle emergenze intraospedaliere e ai trasferimenti secondari di pazienti critici (negli ospedali più grandi è anche tripla).
In secondo luogo, la disponibilità a mettere in atto tali istituti non è stata mai richiesta (come avviene per altri Presidi Ospedalieri) né ai medici anestesisti- rianimatori del Ferrari né al personale del Blocco Operatorio.
Non si comprende, quindi, quale sia la presunta razionalizzazione, mentre esiste una realtà incontestabile della grande mole di lavoro di lavoro che viene svolto quotidianamente nel blocco operatorio e nel centro di rianimazione con l’attuale personale che, complessivamente, ha accumulato centinaia di ore di straordinario mai retribuito o recuperato”, conclude.