La partita è ancora aperta o non c’è più nulla da fare? La multinazionale svizzera segue imperterrita la sua “tabella di marcia”. In questi giorni, con i suoi uomini è tornata nelle campagne di Melendugno per potare gli ulivi che affondano le loro radici lungo il futuro tracciato del gasdotto che porterà in Europa in gas dell’Azerbaijan.
Quasi due mila ulivi – 1878 per la precisione – saranno sottoposti alle «buone pratiche agricole di Tap» mentre un gruppo di attivisti sta cercando di rallentare in tutti i modi i lavori, convinti che il “tubo cattivo” possa ancora essere fermato. Mentre nel futuro cantiere del microtunnel la “battaglia” continua, resta da capire da che parte vorranno stare i sindaci del Salento. Una prima risposta potrebbe arrivare domani, durante l’assemblea dei Sindaci convocata dal Presidente della Provincia, Antonio Gabellone. L’appuntamento è alle 9.30 nell’aula consiliare di Palazzo dei Celestini.
Sul tavolo, inutile dirlo, il «Progetto di realizzazione del tratto italiano del gasdotto Tap». Un ordine del giorno che metterà i primi cittadini del Salento di fronte ad una scelta: continuare combattere con il fronte del no guidato da Marco Potì, sindaco di Melendugno, per cercare un approdo alternativo che non sia la spiaggia di San Basilio, nella bellissima marina di San Foca o strategicamente “dichiarare la resa” e sedersi al tavolo con il Governo per discutere delle «compensazioni al territorio». Investimenti per lo sviluppo come sono stati definiti a Roma.
I primi cittadini chiamati a raccolta dal presidente Gabellone dovranno discutere (e decidere) su uno dei temi più delicati e strategici per il territorio, quello del progetto della Trans Adriatic Pipeline.