Ancora un avvistamento di balene a Gallipoli, le acque del Mediterraneo si stanno tropicalizzando


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È successo ancora, nel passare degli scorsi giorni e delle settimane, l’incontro a sorpresa con un gruppo di balenottere che nuotavano in mare aperto. A scoprilo alcuni pescatori professionisti, a bordo di un peschereccio al largo delle coste di Gallipoli, che hanno avvistato e filmato i cetacei incrociati sulla loro rotta.

“Immagini, se non inedite, quantomeno rare per i nostri mari” afferma Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, “che ci inducono a pensare che poco oltre le rive delle nostre coste nuotino ancora indisturbati animali da rispettare e preservare”.

I vari avvistamenti di grampi, da Porto Cesareo a Gallipoli, nel canale d’Otranto

“Da Gallipoli, a Porto Cesareo, come anche a Taranto, Policoro e Sibari: questi i Comuni della baia dello Jonio, classificati tra i più importanti in Italia per l’avvistamento dei Delfini, Grampi e qualche Balenottera” dice Carmelo Fanizza in un articolo su Famiglia Cristiana nel corso di un’escursione in mare a bordo del Catamarano della Jonian Dolphin Conservation.

Nei giorni scorsi un altro avvistamento singolare è stato quello di un gruppo di Grampi (Grampus griseus), un esemplare di cetaceo della famiglia dei Delphinidae, che può raggiunge i 4 metri di grandezza e pesare tra i 500 e i 600 kg, scoperti nelle acque del Canale d’Otranto.

«Eravamo di rientro dalle isole greche più prossime alle coste italiane” il racconto di un osservatore, “quando al largo di Otranto si è spalancato uno spettacolo naturale incredibile. Decine di Grampi hanno circondato completamente la nostra imbarcazione come per scortarci, giocando con le loro piroette e sfiorando più volte il natante».

Il Golfo di Taranto e le acque del mediterraneo si stanno trasformando in un autentico paradiso dei Delfini, tra i pochi e unici posti di feeding ground del mondo, ovvero zone in cui tali specie di cetacei, trovandovi le condizioni ambientali e alimentari ottimali, riesce contemporaneamente a riprodursi e a vivere.

Eventi rari in aumento: il fenomeno della tropicalizzazione del Mediterraneo

“Il Mediterraneo si sta tropicalizzando, diventando il mare con il riscaldamento più rapido e il più salato del nostro pianeta”, a sostenerlo il nuovo rapporto del Wwf, diffuso in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani.

Le temperature inoltre sono in aumento, con un ritmo del 20% in più della velocità rispetto alla media globale, e l’innalzamento del livello del mare, che si preannuncia superare il metro entro il 2100.

Così centinaia di specie “nuove” si sono già adattate a vivere nel Mediterraneo.

Secondo la ricerca infatti i molluschi autoctoni sono diminuiti di quasi il 90% anche negli altri mari, specie invasive come il pesce coniglio costituiscono l’80% delle catture di pesce in Turchia e specie meridionali come barracuda e cernie brune sono diventate osservazioni comuni anche nelle acque settentrionali della Liguria.

Le temperature più calde e le tempeste stanno trasformando anche i fondali delle acque profonde, con la perdita di specie locali che avrebbe un impatto drammatico sull’intero ecosistema marino e del suo habitat naturale.

Giulia Prato, responsabile mare del Wwf Italia, afferma “la tropicalizzazione del Mediterraneo è già avanzata. Il cambiamento climatico non è un tema del futuro, è una realtà che oggi scienziati, pescatori, subacquei, comunità costiere e turisti stanno già vivendo. Se vogliamo invertire questa tendenza, dobbiamo ridurre la pressione umana e costruire la resilienza”.