
Le auto schierate sulla griglia di partenza, pochi secondi al via e meno di due ore dal momento che gli avrebbe cambiato la vita. Ayrton Senna parte dalla pole position, accanto a lui il rivale per antonomasia, già due volte campione del mondo, l’infallibile Alain Prost. Se Ayrton arriva primo il mondiale è suo, matematicamente, con una gara d’anticipo.
Il pilota brasiliano prima del via ha una sensazione che non riesce a comprendere. “La mia mente non era preparata a una cosa del genere” racconterà successivamente.
Senna, assorto in preghiera, si accorge tardi dello start, è impegnato a pensare a qualcosa o qualcuno che gli fa perdere la concentrazione proprio alla partenza, il momento esatto in cui lui non sbagliava mai. Alza il braccio, il motore è spento, e invece no, il motore si riaccende e se pur superato da più di dieci macchine Senna parte, comincia il Gran Premio di cui, in verità, conosce già l’esito finale. Eh sì perché prima della gara Senna, mentre pregava, aveva avuto una risposta dal Cielo e si era convinto che Dio lo avrebbe fatto vincere.
“È impossibile che io abbia vinto quella gara, farà sapere dopo qualche anno, ma adesso sono certo che la persona apparsa sulla pista all’ultimo giro era Dio. Non potevo dirlo, nessuno ci avrebbe creduto, ma è esattamente ciò che è accaduto quel giorno sulla pista giapponese, il luogo più lontano dove Dio mi ha parlato”.
Senna era in mezzo allo schieramento ormai, aveva 13 macchine davanti e cominciò a pensare che forse si sbagliava e che in realtà quella gara non l’avrebbe vinta più, ma mentre il dubbio dell’uomo si faceva strada, ecco un segno inequivocabile dal cielo, una goccia sul casco, poi due, tre, dieci, cento gocce. Stava piovendo, cioè si stava verificando quella condizione in cui lui sulla Terra non aveva avversari, guidare un’auto sul bagnato.
“Era fatta, avevo superato tutti. Stavo per vincere e ringraziavo Dio di questo immenso dono, e mentre dicevo grazie e guidavo una figura indistinta, con abiti scintillanti, si muoveva sulla pista.” Nessuno può attraversare la pista indisturbato, non gli farebbero fare nemmeno due passi, ma questa figura non la ferma nessuno, si prende tutto il tempo e si siede accanto alla McLaren di Senna, mentre la macchina era lanciata verso il traguardo. “Fu allora che riuscì a capire”.
Il pilota racconterà di aver perso di vista la pista davanti a sé per ammirare questa persona, forse un uomo forse una donna, che gli sorrideva.
E alla fine Senna vinse la gara e anche il Mondiale, cominciando a scrivere una delle pagine più belle nella storia dello Sport.