Otranto, quando Carmelo Bene declamava i versi immortali di D’Annunzio


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A Otranto Carmelo Bene era di casa, tanto che volle esibirsi per i salentini nel programma del Terra d’Otranto festival. Palcoscenico dell’indimenticabile evento fu ‘piazza basilica’ dinanzi all’ingresso della cattedrale otrantina, uno spazio che in seguito non sarebbe più stato concesso a nessuno.

Il maestro portò in scena la sua lettura teatrale de La Figlia di Iorio, tragedia di Gabriele D’Annunzio, uno dei più grandi capolavori della letteratura del Novecento. L’opera scritta dal poeta abbruzzese nel 1903, dopo quasi cento anni manteneva la sua attualità meritandosi la rivisitazione di uno dei più geniali artisti del mondo, il salentino Carmelo Bene.

A Otranto l’attore dedicò la sua interpretazione strepitosa, calibrando la sua voce tra i toni femminili di Mila di Codra (figlia di Iorio) e quelli maschili di Aligi, amato ma ingannato dalla sua donna che gli fece credere di essere lui il responsabile della morte del suo stesso padre. Una tragedia familiare, con echi classici, ma profondamente attuale, in grado di lasciare gli spettatori attoniti e senza fiato.

Lo spettacolo fu applaudito da centinaia di appassionati e da una rappresentanza delle più alte diplomazie internazionali di Paesi europei e mediterranei, essi stessi al cospetto della storia.