«Adesso basta. Vi concedo ancora una settimana, ma sappiate che non sono disposto ad attendere oltre» ha detto il Giudice rivolgendosi alla Pubblica accusa. Ancora 7 giorni, dunque, per conoscere quale sarà il destino di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Si rinvia, di nuovo! C’era quasi da aspettarselo ma dopo due anni “rimandare ancora” inizia ad infastidire un po’, anzi non poco. Così, le 24ore di attesa sono diventate giorni: sette per l'esattezza. Si dovrà, quindi, attendere il 10 febbraio prossimo per conoscere la sorte dei due Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. L’udienza della Corte Suprema,m iniziata quando in Italia erano da poco passate le 4.30, è durata 10 minuti o poco più. E si è chiusa con un ultimatum, forse l’unica nota positiva della vicenda. C’è un limite che va rispettato. Una settimana, non oltre per decidere se ricorrere al Sua Act, la legge antiterrorismo che prevede la pena capitale.
«Adesso basta. Vi concedo ancora una settimana, ma sappiate che non sono disposto ad attendere oltre» ha sentenziato il Giudice rivolgendosi alla Pubblica Accusa che voleva ancora tempo, 2/3 settimane almeno. Mancano i capi d’accusa, che non sono ancora stati formalizzati.
Perché con questo si arriva a quota 25. Troppi tanto che in aula è stato invocato il ritorno immediato a casa. «Abbiamo chiesto alla Corte che i marò siano autorizzati a tornare in Italia», ha detto all'agenzia Ansa l'inviato del governo Staffan De Mistura, per la prima volta presente in aula. «E questa richiesta – ha insistito De Mistura- la ripeteremo con forma anche lunedì prossimo, indipendentemente dall'esito dell'udienza». Il messaggio di oggi è stato chiaro «Prendetevi pure i vostri tempi, ma rimandate a casa i nostri Marò».