Caso Marò nuovo capitolo. Chiesto il rientro in Italia per Massimiliano Latorre


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Sul caso dei due fucilieri del battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti a New Delhi da oltre 30 mesi è stato detto e scritto di tutto. Poco, invece, è stato fatto per cercare di uscire da quell’impasse in cui sembra stagnare da tempo, troppo tempo, la situazione. L’odissea che sono costretti a vivere i due marò italiani sembra ben lontana dal finire: in questi due anni non è stato nemmeno formulato un capo d’accusa. E mentre loro sono trattenuti in India in perenne attesa, in Italia si discute del loro caso a fasi alterne, quando finisce all’attenzione dei media per questo o quel motivo. Ultimamente a riaccendere i riflettori sono state le nozze da mille e una notte che la famiglia di un magnate dell’acciaio indiano ha voluto celebrare proprio in Puglia, nella terra dei due militari italiani. Poi, le luci si sono poi spostate su Alessandro Del Piero con tanto di polemica dopo la scelta del Pinturicchio nazionale di vestire la maglia dei Delhi Dynamos, squadra che milita nell’Indian Super League. Apriti cielo. L’orgoglio italiano ad onor del vero sembra uscire quando accadono episodi di questo tipo, e Latorre e Girone questo non lo meritano.
 
Infine, la notizia del malore del fuciliere pugliese che ha reso necessario il suo ricovero in un ospedale di New Delhi. Attacco ischemico transitorio questo il referto. Le condizioni di salute di Massimiliano Latorre, che lentamente si sta riprendendo tanto che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere dimesso già domani, «cambiano la situazione». A dirlo è stata la stessa titolare della Farnesina,  Federica Mogherini al termine dell'audizione in commissione Affari esteri del Parlamento europeo. Insomma, forse è davvero arrivato il momento di riportarli a casa. Ed in effetti qualcosa sembra muoversi in questo senso: come riferisce l’Ansa i legali del fuciliere di marina Massimiliano Latorre avrebbero presentato alla Corte Suprema indiana una richiesta per il suo rientro in Italia «per consentire un suo più rapido e completo ristabilimento».
 
La mossa è stata motivata appellandosi non tanto sulla qualità delle cure, adeguate anche in India, quanto sul fatto  – secondo quanto appreso – che patologie come le ischemie cerebrali tendono a recidivare e che è assolutamente necessario eliminare i fattori di rischio, come lo stress, e permettere al paziente di recuperare pienamente in un ambiente sereno e familiare.

Una prima udienza sarebbe in calendario già lunedì 8 settembre ed è possibile che una decisione del massimo tribunale indiano sul caso possa giungere nel giro di alcuni giorni.