L’altra domenica il parroco di Santa Rosa (la parrocchia più grande della città e della diocesi di Lecce) lo ha detto. Ha aspettato la fine della Messa e ha dato conto ai presenti di quello che accade e che si fa ogni giorno per tanti leccesi che non hanno davvero di che vivere e che morirebbero letteralmente di fame se non ci fossero le offerte generose e quotidiane di tanti cittadini e soprattutto se non ci fosse il servizio di carità silenziosa della Chiesa.
Sì, la Chiesa, quella fatta di uomini e donne che non vivono per se stessi, ma che si dedicano gratuitamente agli altri.
E il parroco ha ricordato i numeri: 1095, come i pasti che vengono preparati e distribuiti nella sola mensa della chiesa di Santa Rosa ogni anno, 3 al giorno, ogni giorno, sempre.
E poi ci sono gli indumenti, le medicine e tutto quello che molti immaginano e pochi si impegnano a donare, ma alcuni sì, lo fanno. E lo fanno in silenzio, senza dirlo, senza farsi intervistare, senza inviare comunicati stampa alle Redazioni. E, infatti, noi sappiamo di questa comunicazione solo perché ci siamo trovati in chiesa nel momento in cui il parroco illustrava riservatamente ai suoi parrocchiani il percorso e la destinazione delle offerte per i poveri raccolte nella sua chiesa.
Ecco come vivono i poveri, non miracolosamente o per magia, ma perché qualcuno si preoccupa e si occupa di loro, e nemmeno ve lo dice. Ma noi sì, noi ve lo diciamo, perché il silenzio non sempre va bene. Se il parroco avrà da ridire qualcosa per tutto questo, sa dove trovarci.