I Servizi veterinari del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Lecce rivolgono un monito ai cittadini, ricordando semplici regole per acquisti più sicuri e consapevoli dei prodotti ittici, al supermercato o in pescheria.
“Via Miglietta”, consiglia, infatti, di non acquistare frutti di mare immersi in acqua (la vigente normativa prevede che i molluschi bivalvi siano venduti vivi e vitali nei punti vendita ma non siano immersi in acqua a eccezione delle pescherie annesse ad un centro di spedizione); la sgusciatura delle cozze può essere effettuata solo al momento della vendita, quindi non acquistare vaschette di cozze sgusciate già preparate e magari esposte a temperatura ambiente; diffidare di prodotti privi di etichetta o non leggibile o solo in lingua straniera; controllare sempre che il prodotto esposto per la vendita sia mantenuto alle temperature indicate in etichetta; per i soggetti allergici tenere presente che per i crostacei è previsto l’uso di solfiti che devono essere indicati in etichetta, è bene sempre chiedere informazioni al rivenditore e infine, in caso di consumo di pesce o cefalopodi crudi il prodotto deve essere congelato nel frigorifero domestico a una temperatura di -18°C per almeno 96 ore per scongiurare il rischio Anisakis, pericoloso parassita che può dare gravi disturbi gastrici
È costante l’attività di vigilanza e controllo del Servizio Veterinario di Igiene degli Alimenti di Origine Animale che, nel contesto della sua mission aziendale di prevenzione, si concentra in questo periodo estivo in azioni mirate a garantire sul territorio le attività di ispezione e vigilanza sulle condizioni igieniche di produzione, deposito, trasporto, e commercializzazione di tutti i prodotti ittici il cui consumo evidenzia crescite esponenziali, esponendo i consumatori a gravi rischi igienico- sanitari.
In questi ultimi giorni è avvenuto un sequestro di ben 100 kg di Molluschi Bivalvi vivi, in particolare cozze nere, 2,5 kg di Murici (coccioli) e infine 78 vasetti di polpa di riccio privi di marchio di identificazione e per i quali gli esercenti non sono stati in grado di fornire documentazione attestante la provenienza. Oltre a sottrarre alla vendita questi prodotti non conformi, sono state elevate sanzioni per oltre 3000 euro.