Sembrava così lontano quel giorno in cui l’Italia sarebbe tornata alla “normalità” anche se a distanza di sicurezza, l’unica arma a disposizione per fermare questo nemico invisibile arrivato dalla Cina che ha messo a dura prova il sistema sanitario. Eppure, il giorno tanto atteso dopo 57 giorni di quarantena è arrivato. Da mezzanotte è cominciata la fase due di convivenza con il virus, il secondo tempo di una partita che non è ancora finita, un’altra battaglia, importante quanto la prima, quella combattuta in ospedale grazie agli angeli in corsia: medici, infermieri e personale sanitario che hanno curato e assistito le persone contagiate.
Non abbassare la guardia, continuare a rispettare le regole, avere “buon senso” sono gli inviti di politici ed esperti, i consigli da ascoltare per evitare che la curva dei contagi torni a salire. Il rischio di un aumento del numero dei casi c’è, ma tanto dipenderà dal “comportamento” che sarà adottato dopo il lockdown.
Conte: “Serve senso di responsabilità”
“Sarà una nuova pagina che dovremo scrivere tutti insieme, con fiducia e responsabilità“, ha scritto il premier Giuseppe Conte in un post su Facebook.
“Fino ad oggi la maggior parte dei cittadini è stata al riparo nelle proprie case. Da domani oltre 4 milioni di italiani torneranno al lavoro, si sposteranno con i mezzi pubblici, molte aziende e fabbriche si rimetteranno in moto. E saranno ben più numerose le occasioni di un possibile contagio, che potremo scongiurare solo grazie a un senso di responsabilità ancora maggiore”, si legge.
“Come mai prima – continua il Premier – il futuro del Paese sarà nelle nostre mani. Serviranno ancora di più collaborazione, senso civico e rispetto delle regole da parte di tutti. Dovremo tenere sempre alta l’asticella dell’attenzione, continuare a mantenere la distanza interpersonale, a indossare la mascherina quando e dove sarà necessario, e a lavarci spesso e con cura le mani. Più saremo scrupolosi nell’osservare le indicazioni di sicurezza e prima potremo riconquistare altri spazi di libertà. Non sperperiamo quello che abbiamo faticosamente guadagnato in cinquanta giorni”.
Vanificare gli sforzi fatti, rendere inutili i sacrifici di questi mesi sono timori fondati, ma la gente ha bisogno di tornare alla quotidianità, anche se si tratterà di una normalità con le abitudini completamente stravolte. Dopo due mesi di isolamento, è il momento di rimettere in moto il paese senza che le “riaperture”, le piccole libertà concesse permettano al virus di tornare a “contagiare”. Non sarà facile.
Per Conte dovremo tutti insieme cambiare marcia al Paese. “Con prudenza, decisi e determinati ad andare avanti ma senza rischiare di fermare il motore. Non c’è una ricetta giusta per garantire la ripartenza senza pensare in primo luogo alla salute e alla sicurezza di tutti noi. Sono fiducioso, insieme ce la faremo”.