«A Lecce e in Puglia stiamo correndo un grosso rischio. I nostri ospedali non sono sicuri, anche perché ai medici, al personale sanitario e agli operatori che lavorano nel Pronto soccorso, nel reparto di Malattie infettive, nel 118 e via elencando non viene fatto il tampone». La denuncia arriva da un medico del ‘Vito Fazzi’ di Lecce che – come racconta Cesare Mazzotta di Salute Salento – vuole rimanere anonimo per non rischiare il licenziamento.
Secondo il professionista bisognerebbe imparare dagli ‘errori’ che purtroppo sono stati commessi, alcuni tragici. Come quanto accaduto al Pronto Soccorso del Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo, dove il 23 febbraio vennero accertati due casi positivi di Covid19. L’ospedale venne chiuso dopo che i contagiati furono spediti a Bergamo e riaperto inspiegabilmente alcune ore dopo, senza alcuna sanificazione. «Ecco come è partito il focolaio di Bergamo» grida inascoltato il medico leccese che si rifà allo studio del prof. Andrea Crisanti, Direttore della Cattedra dell’Unità Diagnostica di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova sui contagiati di Vò Euganeo, nel Veneto. Bene, l’analisi sugli abitanti di questo paesino veneto ha dimostrato che la percentuale delle persone infette nella popolazione, anche se asintomatiche, è altissima e rappresenta la maggioranza dei casi soprattutto, ma non solo, tra i giovani.
Il problema degli asintomatici nella logica del contenimento dei casi
Quello dei ‘positivi senza sintomi’ è uno degli aspetti più discussi da quando è scoppiata l’emergenza. Erroneamente, infatti, si è pensato che gli asintomatici non potessero trasmettere il virus, ma non è così: il contagio può avvenire anche dalle persone che apparentemente non sono infette perché non hanno sintomi. Casi di portatori asintomatici del virus erano presenti anche sulla nave Diamond Princess, prima che scattasse la quarantena.
«Fra questi portatori, chiamiamoli “sani”, – sostiene il medico del Fazzi – ci siamo noi medici, infermieri e tutti gli operatori che hanno a che fare con il pubblico (dai postini, ai giornalai, dai salumieri alle cassiere..)». Da qui l’importanza del distanziamento sociale e di scovare questi ‘fantasmi’ pericolosi per isolarli.
«Ecco perché il governatore Zaia adesso sta facendo i tamponi a tutti. Perché con questo studio ha capito che può bloccare il virus. Noi in Puglia – è convinto il medico salentino – siamo ancora in tempo a seguire quella strada, però se continuiamo così, a non fare il tampone neanche ai sintomatici, penso che finiremo male …».
«Anche i politici locali, dice il medico, dovrebbero insistere sul governatore Emiliano per screenare tutto il personale esposto. Magari adottando il test messo a punto da un’azienda salentina che si basa sulla risposta anticorpale dell’organismo contagiato. Un test – è stato detto – che dura una ventina di minuti» conclude la nota a firma di Cesare Mazzotta di SaluteSalento.