La pubblicizzazione di prestazioni legali che ipotizzano colpe professionali da parte del personale medico o strutture sanitarie nel quadro dell’emergenza coronavirus.
È quanto è stato rilevato dall’Associazione Nazionale delle Camere Civili – UNCC, l’associazione maggiormente rappresentativa degli avvocati civilisti italiani.
Simili pubblicità vengono formulate – talora addirittura da imprese commerciali – nel momento più grave della crisi, senza che vi sia alcuna necessità di urgenza e appaiono quindi inaccettabili.
Il sodalizio degli avvocati civilisti ritiene che ipotizzare di far valere la responsabilità di chi sta affrontando l’emergenza a prezzo di gravi rischi personali (come medici, infermieri e personale sanitario) è uno sciacallaggio, che non solo danneggia innanzitutto gli stessi malati, ma che costituisce anche un’azione illecita e ingannevole, nella misura in cui, al fine di procacciare clienti, pregiudica il decoro dell’intera categoria forense, approfittando del dolore di chi ha appena subito un grave lutto.
Tali azioni, peraltro, non prospettano neppure la speciale difficoltà della situazione che si sta vivendo, che potrebbe rappresentare le cause di esclusione della responsabilità di cui all’art. 2236 del Codice Civile.
Ed è proprio per questi motivi che l’Unione Nazionale delle Camere Civili, pur ribadendo l’autonomia e la indipendenza di ciascun Avvocato: stigmatizza il comportamento di quegli iscritti all’Ordine che abbiano cercato di far leva sull’emergenza per procurarsi clienti, in violazione delle regole della leale concorrenza, imposte dalla legge e dal codice deontologico, e li invita ad evitare pubblicità che sono nello stesso tempo indecorose ed ingannevoli e ha comunicato che, se questo non dovesse avvenire immediatamente, agirà ex art. 700 del Codice di Procedura Penale, 2601 e 2043 del Codice Civile contro tutti coloro che avranno formulato offerte illecite, al fine di ottenere l’inibitoria dei comportamenti, a tutela del decoro di tutta la categoria forense e, infine, invita, infine, le Camere Civili a deferire ai Probiviri eventuali associati che dovessero assumere comportamenti del genere.