Il coordinatore dei Centri diurni di Galatina, Galatone, Sannicola e del Centro diurno Panta Kalà di Martano, Cesare Caracuta, aveva inviato al Prefetto di Lecce, Maria Teresa Cucinotta, la richiesta per un incontro urgente che facesse uscire i centri diurni da quel limbo nel quale erano finiti dopo il provvedimento del Governo che aveva decretato l’Italia intera “zona rossa”, provvedimento emanato per contenere la diffusione dell’epidemia da coronavirus.
Inammissibile, infatti, che ancora una volta fossero i più deboli a pagare. Ai gestori dei centri diurni per disabili, la Regione Puglia aveva, di fatto, lasciato la responsabilità di decidere sulla chiusura di queste strutture che ospitano quotidianamente decine di ragazzi affetti da disabilità motorie e cognitive.
Disposizioni poco chiare e una Regione che non si assumeva le proprie responsabilità, aveva lasciato ai gestori dei centri diurni socio-sanitari e assistenziali responsabilità enormi a cui far fronte: responsabilità che riguardano, soprattutto, la vita dei più deboli.
I disabili sono, infatti, spesso anche tra le persone più immunodepresse per svariate ragioni, e talvolta non sono nemmeno in grado di mettere in pratica le norme igieniche da tutti invocate.
Da qui, la richiesta di incontrare il Prefetto di Lecce.
Fortunatamente nella serata di ieri è arrivato il provvedimento firmato dal presidente Emiliano che ha disposto la chiusura di tutte le strutture socioassistenziali comprese quelle per soggetti affetti da disabilità.