La notizia che al Centro Dialisi di Otranto ci sarebbero due casi dubbi di Coronavirus, ai quali è stato effettuato il tampone e di cui ancora non si conoscono gli esiti, sta facendo il giro del territorio. Tanta la preoccupazione in attesa che giungano le conferme o le smentite ufficiali del caso, mai come in questo caso tanto attese.
Ciò non toglie che la vicenda metta agitazione negli operatori della ditta Tundo, addetti proprio al trasporto dei dializzati.
Ad intervenire è la Federazione Provinciale di Lecce dell’Usb, l’Unione Sindacale di Base, che tramite il suo referente provinciale chiede alla ditta di fornire i lavoratori dei dispositivi di protezione individuale necessari. Dpi che non possono essere quelli ordinari, vista la delicatezza del caso, ovvero guanti e mascherine. Forse occorrerebbero dispositivi più performanti.
«I lavoratori – scrive Gianni Palazzo – non possono essere dotati solo degli ordinari DPI in uso poiché per il tipo di attività che svolgono non possono mantenere la necessaria distanza di sicurezza con pazienti potenzialmente infetti e questo sia quando sono alla guida dell’autoveicolo, sia quando provvedono all’accompagnamento a piedi dell’assistito. Per le motivazioni sopra esposte, si chiede all’Azienda Tundo di provvedere con la massima urgenza alla dotazione completa dei DPI prevista nei casi in questione, al fine di tutelare la salute dei lavoratori, conseguentemente delle loro famiglie e soprattutto per evitare il diffondersi di eventuale contagio»