Lockdown, in arrivo la proroga. Sono i ponti a “complicare” le riaperture

Il Governo pronto a prolungare la chiusura totale del Paese per altri 20 giorni: i ponti per il 25 aprile e 1 maggio impongono molta cautela.

Arriva il weekend di Pasqua e, in contemporanea, sta per arrivare la nuova proroga alle misure restrittive. Il Governo, complici anche i numeri che iniziano a farsi incoraggianti ma che restano ancora piuttosto stabili, non allenterà la presa sulle restrizioni per far fronte al contagio da Covid-19.

In origine era il 3 aprile, poi il giorno della ripresa è stato spostato al 13. Ma ancora non basta: secondo gli scienziati è proprio questo il momento in cui mantenere alta l’allerta e così il Premier Giuseppe Conte si appresta ad allungare il distanziamento sociale.

Fino a quando? Verosimilmente per altri 20 giorni, arrivando così alla data del 3 maggio.  “Al momento non siamo nelle condizioni di riaprire le attività produttive – avrebbe detto Conte durante la videoconferenza con Regioni, Anci e Upi – perché rischieremmo di far risalire la curva dei contagi e di vanificare i risultati ottenuti”.

A costringere all’allungamento di oltre due settimane con le stesse regole ferree sono soprattutto i ponti delle prossime festività. Messa in quarantena la Pasqua, ora i rischi si potrebbero spostare sul 25 aprile (che ‘cade’ di sabato) e sul 1 maggio (venerdì). Ammorbidire le misure con altri due ponti alle porte potrebbe mettere a repentaglio tutti gli sforzi fin qui compiuti.

In tal senso, con una circolare, il Viminale rafforza i controlli per Pasqua, chiedendo alle forze di polizia una particolare attenzione per evitare che gli italiani si riversino nelle seconde case. Il Comitato tecnico-scientifico da tempo indica le tre festività in meno di tre settimane come un fattore di rischio. Ecco perché la circolare del Viminale per intensificare i controlli nelle festività pasquali verrà replicata anche per gli altri due ponti.

Verso la Fase 2

Via libera, quindi, a maggio? Non proprio. Le misure si estenderanno ancora, ma al momento è prematuro fare previsioni (la curva dei contagi dovrebbe iniziare a sorridere a metà maggio). Nel frattempo, però, si penserà a poche riaperture mirate nell’ambito dei codici Ateco delle attività essenziali. Nei prossimi giorni, verrà istituito un gruppo di lavoro per prefigurare le condizioni per una riapertura progressiva, entrando così nella Fase 2 dell’emergenza.

E’ ovvio che la preoccupazione, oltre a quella sanitaria, è anche di tipo economico. Per il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, “occorre passare alla fase 2 con graduali aperture delle fabbriche e degli uffici nel rispetto di tutte le prescrizioni sanitarie per la sicurezza dei lavoratori.  Serve “per affrontare e vincere la guerra contro i contagi e la recessione affinché non diventi depressione”.



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