C’è una partita contro il coronavirus da vincere. Non è semplice sconfiggere questo ‘nemico invisibile’ senza vaccini né cure se non quelle che si stanno sperimentando per cercare di batterlo sul tempo, ma non siamo del tutto disarmati. C’è qualcosa che si può fare per frenare la diffusione del virus, per spezzare la catena dei contagi e dare un altro senso diverso a quella curva disegnata dal covid-19, finora sempre in crescita.
Si può restare a casa come ha ricordato anche l’oncologa pediatrica Titti Tornesello che ha voluto fare suo un post, letto su Facebook, dove si invita tutti a non abbassare la guardia ora che i prossimi giorni saranno decisivi anche per capire quali effetti ha avuto per la Puglia la fuga dalla Lombardia. Bisogna restare vigili per evitare che tutti i sacrifici fatti vadano in fumo.
Le parole sono un incoraggiamento a non mollare, a non arrendersi proprio nel momento ‘decisivo’ per invertire la tendenza, per allontanare questo “spettro” che dalla Cina ha spaventato e spaventa il mondo intero.
In Puglia e nel Salento i casi aumentano, ma come spiega il post i numeri «sono ancora dalla nostra parte. Ci stanno dando tempo. E questo tempo lo possiamo usare solo per organizzare la mente».
«Non è una battaglia di forza e non si vince con la terapia intensiva o con i ventilatori – si legge nel post di un autore sconosciuto che l’oncologa ha voluto condividere – lo stiamo vedendo, purtroppo, a Bergamo e in tutta la Lombardia, nel campo migliore e con la squadra più forte che abbiamo in sanità. Lì, il virus sta dando il meglio di sé, perché ha trovato terreno fertile. Troppe persone lo hanno portato a spasso. Qui, in Puglia e nel Sud, i risultati registrati sino ad oggi ci dicono con chiarezza che la partita si vince fuori dagli ospedali, si vince nelle nostre case».
C’è chi sta lavorando senza sosta in corsia: medici, infermieri e tutto il personale sanitario che sta combattendo per salvare ogni vita che entra in Ospedale. Sono chiamati ‘eroi’, sono incoraggiati con canti dal balconi e lunghi applausi, dalle ‘sirene’ delle forze dell’ordine che improvvisano flash-mob. Quello che viene chiesto agli altri è restare a casa. Non uscire. Non dare l’occasione al Covid-19 di ‘passeggiare indisturbato’ tra la gente.
«Se entreremo in ospedale, vincerà lui e non ci saranno farmaci e terapie intensive che terranno. Se rimaniamo a casa, vinceremo noi. Ma lo dobbiamo fare ora. I prossimi sette giorni sono fondamentali. Ci giochiamo la partita della vita. Se commettiamo un errore potrà costare caro a noi stessi, ai nostri genitori, ai nostri figli, ai nostri affetti. Il nostro avversario non guarda in faccia nessuno. Un semplice errore, lo rimpiangeremo per tutto il resto della nostra vita. La posta in palio è troppo alta. Finora, siamo andati bene e il risultato lo dimostra. Pochi positivi, pochi deceduti. È solo il primo tempo».
«Il virus ci ha voluto riservare una prova ancora più difficile. A partita iniziata, vedendoci ben organizzati in difesa, ha voluto potenziare l’attacco, facendo scendere tanti nostri amici e parenti dal Nord, un po’ sprovveduti e un po’ impanicati. Ha cercato di metterci contro i nostri affetti. Non ci riuscirà, noi siamo più forti. Per farlo abbiamo bisogno l’aiuto di tutti» c’è scritto.
«È una battaglia di calma. Chi è più calmo vince. Chi sta a casa vince. Chi perde la pazienza e commette un piccolo errore è fregato e con lui il plotone che gli sta attorno (familiari, amici e colleghi di lavoro). È una guerra complicata e difficile proprio perché si può vincere solo nel modo più semplice: stando a casa e con la giusta distanza da chi ti circonda. Sembra un gioco e in fondo lo è. È il gioco della vita!». Non sono parole ‘sprecate’ se ci sono ancora tante persone che non rispettano le regole.
«Forza Salento Forza Puglia! Non molliamo la presa, non ora, non è il momento. Sacrifichiamoci ancora un po’ e tutto andrà bene. #iorestoacasa» ha concluso Titti Tornesello nel post riportato integralmente per la “bellezza” del messaggio che contiene. Parole che commuovono il Salento e rimbalzano su Facebook, ma in un altro post l’oncologa ha voluto chiarire ancora: “il testo non è mio, l’ho soltanto ripreso perché ne condivido il messaggio. Grande merito a chi lo ha scritto”.