“Continuità di cure e di assistenza”. E’ questa la parola d’ordine anche nel Polo Oncologico del “Fazzi” di Lecce, dove a spiegare la situazione è la Dottoressa Silvana Leo, Direttore U.O. Oncologia.
L’emergenza COVID-19 ha avuto ovviamente delle ripercussioni sulle normali attività cliniche e per questo nella U.O. Oncologia Medica sono stati introdotti nuovi percorsi, dettati dai Decreti Ministeriali, Regionali e Direttive della ASL Le in accordo con le linee guida AIOM.
“Il nostro obiettivo è quello di garantire la continuità terapeutica, nel rispetto delle norme di sicurezza del paziente, del familiare e di tutto il personale sanitario e di ridurre al massimo la possibilità di contagio – spiega la dott.ssa Leo.
È consentito l’accesso ai solo pazienti per i quali è stato attivato un percorso dedicato, con il triage per rilevare la temperatura corporea e la somministrazione del questionario per valutare i criteri epidemiologici e clinici della diffusione dell’infezione COVID-19. Sono assicurate le prime visite, le terapie a scopo adiuvante e neoadiuvante”.
Per tutti i pazienti in trattamento attivo viene fatta un’opportuna valutazione personalizzata, caso per caso, di un possibile rinvio delle terapie in base al rapporto tra il rischio derivante dalla potenziale esposizione a contagio virale, legato all’accesso in ospedale, e ai benefici attesi dalla terapia stessa.
Per quanto riguarda la programmazione delle attività ambulatoriali, i controlli di follow-up o di pazienti in trattamento con terapie orali, sono stati riprogrammati con un contatto telefonico in cui si è cercato di individuare la necessità e l’eventuale urgenza del controllo stesso con la possibilità di reperire gli esami dei pazienti tramite posta elettronica o WhatsApp.
“Il clima è sicuramente cambiato – prosegue la Direttrice – e per supportare i pazienti sono attive due linee telefoniche dalle ore 9.00 alle ore 13.00, dal lunedì al venerdì. La degenza ordinaria è attiva. I ricoveri sono riservati ai pazienti che presentano tossicità legate ai trattamenti, complicanze e a pazienti con sospetta diagnosi di neoplasia che devono intraprendere l’iter diagnostico terapeutico.
Nel periodo di degenza è assicurata l’assistenza globale del paziente e, nel rispetto delle norme di sicurezza, non è permesso l’ingresso ai familiari che, ad oggi, hanno dimostrato collaborazione e grande senso civico”, conclude.
