CoVid-19, cronistoria di un virus che abbiamo creduto innocuo fino a quando non ci ha chiusi in casa


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Come si è sviluppato il contagio del CoVid-19 e come si è propagata l’epidemia che sta mettendo in ginocchio l’Italia intera e che sta colpendo, dopo la Cina, anche il resto del mondo?

Da noi, le notizie, quelle vere, forse non sono mai arrivate. Le informazioni necessarie a difenderci per tempo, probabilmente, nemmeno. In Tv si sono susseguiti nel mese scorso, senza logiche, suggerimenti, commenti, consigli e indicazioni. Dai dibattiti post-sanremesi siamo, infatti, passati alle discussioni pre-allarmiste gestite da opinionisti diventati esperti virologi tout-court. Senza che, in effetti, si conoscesse nulla di questo coronavirus e mentre la comunità scientifica internazionale lavorava senza sosta per isolare il virus.

Tante parole inutili che hanno fatto perdere tempo prezioso all’Italia, facendo al contempo perdere credibilità ad un virus che invece diventava sempre più insidioso.

Se è veramente arrivato dalla mutazione di un virus animale o se invece, come hanno segnalato alcuni siti di informazione e alcune testate, questo virus è il terribile risultato di esperimenti in laboratorio, probabilmente lo scopriremo… ”solo vivendo”.

Quello che invece possiamo riportare, per aiutarvi a capire qualcosa di più di questo virus sono le informazioni che riportiamo da studi e pubblicazioni scientifiche autorevoli.

Cronistoria di un virus diventato un incubo

Wuhan (la città di origine del virus) è la più grande città della Cina centrale, con una popolazione di oltre 11 milioni di persone. La città, il 23 gennaio, ha chiuso i collegamenti di trasporto. Dopo il blocco di Wuhan, anche la città di Huanggang fu messa in quarantena e la città di Ezhou chiuse le sue stazioni ferroviarie.

Ciò significa che oltre 18 milioni di persone sono state messe in isolamento. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha affermato che il taglio di una città grande come Wuhan è “senza precedenti nella storia della salute pubblica” e ha elogiato la Cina per il suo incredibile impegno nell’isolare il virus e minimizzare la diffusione in altri paesi.

Germania, Giappone, Vietnam e Stati Uniti hanno segnalato casi in pazienti che non hanno visitato personalmente la Cina, ma hanno contratto il virus da qualcun altro che aveva visitato Wuhan, in Cina. Questi casi di trasmissione da uomo a uomo sono i più preoccupanti, secondo l’OMS.

Il 30 gennaio, il Centers for Disease Control and Prevention ha confermato il primo caso statunitense di trasmissione da uomo a uomo; sempre nello stesso giorno l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’epidemia di coronavirus un’emergenza sanitaria pubblica globale.

Il 30 gennaio stesso, il numero totale dei casi del coronavirus ha superato quello della SARS (che ha colpito 8.096 persone in tutto il mondo).

Il 2 febbraio, una morte nelle Filippine ha segnato il primo decesso al di fuori della Cina. Era un cinese di 44 anni di Wuhan che è stato ricoverato in ospedale il 25 gennaio con febbre, tosse e mal di gola, ha sviluppato una polmonite grave.

I primi giorni di febbraio, due cittadini cinesi venivano ricoverati per coronavirus allo Spallanzani di Roma. I due, provenienti da Wuhan erano risultati positivi al test.

Da lì in poi:

20 febbraio – 1 nuovo caso in Italia: è il cosiddetto Paziente 1, un uomo di 38 anni, attualmente in terapia intensiva

21 febbraio – 3 nuovi casi in Italia, contatti dei casi denunciati oggi vicino a Milano, in Lombardia. 22 febbraio – con 79 casi totali e 2 decessi alla fine del 22 febbraio l’Italia diventa il paese con il maggior numero di casi e decessi in Europa, rappresentando oltre il 60% di tutti i casi europei e rappresentando il paese con la maggior parte dei casi tra tutte le nazioni occidentali (non asiatiche).

La sera del 22 febbraio, c’erano in totale:

– 54 casi in Lombardia (di cui 1 decesso, di cui 18 in condizioni critiche).

– 18 in Veneto (incluso 1 decesso).

– 3 in Emilia Romagna (tutti ricoverati in ospedale dall’hotspot lombardo).

– 3 a Roma (inclusi 2 recuperi).

– 1 a Torino, in Piemonte.

18 casi sono in condizioni critiche nell’unità di terapia intensiva.

23 febbraio – 78 nuovi casi in Italia e 1 nuovo decesso in Italia (una donna in cura per il cancro a Crema), tra cui 4 nuovi casi vicino a Bergamo, 2 nuovi casi a Venezia (centro storico), un ragazzo di 17 anni in Valtellina e una coppia a Torino.

24 Febbraio – 4 nuove morti in Italia e 229 casi

26 Febbraio  –  147 nuovi casi:

Il virus si è ormai diffuso in oltre la metà delle regioni italiane:

– Lombardia: 305 casi e 9 morti

– Veneto: 87 casi e 2 morti

– Emilia Romagna: 47 casi e 1 decesso

– Liguria: 16 casi

– Marche: 3 casi (tutti nell’area pesarese )

– Lazio: 3 casi

– Sicilia: 3 casi

– Toscana: 2 casi: incluso uno studente norvegese (primo caso di uno studente) all’Università di Firenze che era tornato dalla Norvegia (via Monaco) 5 giorni fa

– Piemonte: 1 caso (2 ritratti come falsi positivi)

– Campania: 1 caso

– Puglia: 1 caso (un 33enne residente a Taranto che aveva visitato Codogno in Lombardia)

– Alto Adige: 1 caso.

Il virus inizia ad espandersi per tutta l’Europa, con migliaia di contagiati nei diversi stati europei.

16 giorni dopo l’inizio dell’epidemia, il governo italiano ha varato un decreto per l’adozione di misure eccezionali per contenere circa 16 milioni di italiani residenti in 14 province del nord. Ieri sera, il DM che impone misure restrittive per l’intero paese.

Il report aggiornato al 9 Marzo segnala 9172 casi e 463 morti

Quanto è contagioso il Coronavirus di Wuhan?

Il tasso di attacco di un virus, o la trasmissibilità con quale rapidità si diffonde la malattia, è indicato dal suo numero riproduttivo (Ro), che rappresenta il numero medio di persone a cui una singola persona infetta trasmetterà il virus.

Secondo le stime dell’OMS del  23 gennaio il Ro per il CoVid-19 era tra 1,4 e 2,5 (Statement on the meeting of the International Health Regulations – Emergency Committee regarding the outbreak of novel coronavirus – 2019-nCoV – WHO, January 23, 2020).

Altri studi avevano stimato che il Ro era compreso tra 1,5 e 3,5 (Report 3: Transmissibility of 2019-nCoV- 25 January 2020 – Imperial College London).

Un focolaio con un numero riproduttivo inferiore a 1 scomparirà gradualmente. Per fare un confronto, il Ro per l’influenza comune è 1.3 e per la SARS era 2.0.