Cristo è arrivato a Matera


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Dal paese di confino di Carlo Levi, Aliano dove una nostra troupe è stata nella giornata di ieri, alla splendida città dei sassi dove questa mattina abbiamo scattato le foto che abbiamo pubblicato in fondo, passando per Miglionico, la roccaforte del Bradano il convincimento era unanime: Matera sarebbe diventata la Capitale Europea della Cultura 2019. Così è stato.

Un titolo meritato che non toglie nulla alle altre città e alle loro candidature, ma che anzi  moltiplica le energie positive e premia lo spirito di partecipazione di una piccola città che ha creduto fino in fondo ai sogni di gloria. C’è una giustizia in questa decisione della giuria europea? Sì, certo che c’è. Ha vinto la città che aveva più bisogno di spinta e di incoraggiamento, il territorio che ha il maggiore potenziale di crescita perché in terra di Lucania tutto è ancora da fare. La Basilicata è la regione più estrema d’Italia e tentare di portare in alto il suo vessillo è sinonimo di intelligenza e lungimiranza politica.

Settant’anni fa, lo scrittore torinese Carlo Levi, dava alle stampe il suo capolavoro dal titolo “Cristo si è fermato a Eboli”, scritto negli anni del suo confino nello sperduto di Aliano, in provincia di Matera, oggi invece possiamo dire che “Cristo è arrivato a Matera”, ovvero la luce della cultura e di una speranza di riscatto economico e sociale può illuminare popolazioni e territori assolutamente periferici e lontani da un’Europa che pure esiste e sa farsi sentire e vedere quando vuole. Oggi, sulle pareti rocciose della gravina di Matera una troupe cinematografica stava realizzando le riprese di un film negli stessi luoghi e nello stesso punto in cui Mel Gibson girò una decina di anni fa, la Passione di Cristo. Oggi Matera  è luogo di pellegrinaggi culturali, di incontri artistici, di vivaci produzioni economiche.

Vittoria meritata quindi, senza nulla togliere alla bella Lecce, già da tempo capitale del Turismo. La primavera, l’estate e l’autunno che turisticamente si vivono nel capoluogo barocco in terra di Lucania è un fatto ancora sconosciuto. Ben altri numeri e più miti pretese hanno costretto la selvaggia terra dei calanchi ad una marginalità turistico-economico e sociale che spera di essere finalmente riscattata nel 2019 anno in cui la terra dei briganti non sarà più lo scarto del regno d’Italia ma Capitale di quello stesso regno e di altri  mondi lontani chiamati Europa.

Complimenti e auguri alla terra dei lupi.