Lecce finisce spesso sulle prime pagine dei giornali nazionali per la sua indiscussa bellezza. Altrettanto spesso, occupa i quotidiani locali per il degrado, l’incuria e l’abbandono di alcuni angoli della città, centrali quanto periferici. Che siano le erbacce, i marciapiedi sconnessi, la segnaletica invisibile, le aiuole abbandonate poco importa se ‘rovinano’ la vista e si trasformano in pessimi biglietti da visita per i turisti che la scelgono.
Nella maggior parte dei casi, le segnalazioni arrivano da cittadini che quotidianamente vivono il quartiere, la strada o la città. In fondo, chi più dei residenti è in grado di raccontare quello che non va?
A volte, però – come si legge nel comunicato dello Sportello dei Diritti – sembra assistere a situazioni paradossali, come quella che sta vivendo la cosiddetta "Villa Citti" sede dell'assessorato alle politiche sociali del comune di Lecce e che si trova in viale Marche al civico 13/a. Una zona nemmeno tanto periferica della città.
«Proprio il centro che dovrebbe servire a combattere il degrado in città, specie quello sociale, appare esso stesso degradato come ci documentano le eloquenti immagini che ci sono state inviate – si legge nella nota – a causa della presenza di rifiuti d'ogni tipo all'ingresso e della situazione del giardino circostante che lungi dall'essere un piccolo polmone verde di un'intera zona che polmoni verdi non è ha, non solo non è curato, ma non è nemmeno fruibile da parte della cittadinanza». Insomma, per i cittadini la spazzatura abbandonata davanti alle porte della villa e l’incuria in cui versa il giardino sono uno spettacolo inguardabile e inaccettabile.
Ancora una volta, quindi, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è l'amministrazione comunale di Lecce a finire sotto accusa da parte dei cittadini che vogliono rappresentare pubblicamente l'esigenza di un cambio di rotta da parte del governo del comune capoluogo.