Detenuto trasportato dalla Calabria a Lecce per un Tso, Osapp insorge: ‘il reparto del Fazzi inadatto ai malati psichiatrici’


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È davvero sul piede di guerra l’Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria, il sindacato maggiormente rappresentativo di categoria.

Non c’è giorno che un suo comunicato non sia l’ennesimo grido d’allarme sulle condizioni delle carceri pugliesi e di quella leccese in particolare.

Dopo l’iniziativa tesa a consegnare agli agenti dell’istituto di pena salentino delle bombolette di spray al peperoncino per tutelarsi dalle continue aggressioni da parte dei detenuti più violenti e dopo il triste racconto del suicidio di un detenuto di origini brindisine che ha posto fine alla sua vita inalando il gas da una bombola da campeggio, questa volta al centro della protesta è un episodio che nel racconto del Vice Segretario regionale Ruggiero Damato appare essere abbastanza anomalo.

È accaduto che domenica scorsa un detenuto proveniente dalla Casa Circondariale di Paola, con provvedimento di TSO (trattamento sanitario obbligatorio) emesso dal medico del Penitenziario calabrese e successivamente convalidato dal medico del 118 di Paola, sia stato trasferito – non si comprende per quale motivo – proprio presso il carcere di Lecce nel Reparto di Osservazione Psichiatrica Intramurale del penitenziario salentino, non essendoci stata nessuna struttura della Calabria, della Basilicata, della Campania o della Sicilia in grado di ospitare l’uomo.

Il detenuto, poi, è stato ricoverato presso il Reparto ‘Speciale’ dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce che è, però, adibito a ricoveri ordinari, piccoli interventi, analisi e screeening e non certamente a TSO. Il protocollo siglato dalla Asl e dall’Istituto di Pena salentino prevede la presenza di un infermiere dedicato ma, a detta di Ospapp, non rispetta le Norme strutturali e logistiche per poter gestire pazienti psichiatrici in quanto in primis non presidiato H24 da Medici Psichiatrici e da personale infermeristico dedicato.

‘Come è stato possibile eseguire un TSO disposto da Autorità non territoriali leccesi – si chiede l’Osapp – e  far arrivare un detenuto con tale patologia sobbarcandogli la fatica di circa 350 km e scaricando letteralmente il detenuto presso la Casa Circondariale di Borgo San Nicola che già sta soffrendo di carichi esponenziali di lavoro per i poliziotti penitenziari che svolgono turni di 8/10/12 ore con l’apertura di un piantonamento che è di fatto anomalo e che è a nostro avviso privo di senso normativo e legislativo e che ci sembra una vera e propria forzatura?’

Il trattamento sanitario obbligatorio, infatti, è disposto con provvedimento del Sindaco, nella sua qualità di autorità sanitaria, del Comune di residenza o del Comune dove la persona si trova momentaneamente.

L’Osapp e i suoi agenti aspettano una risposta.