«Mi chiamo Michela, vivo a Lecce e sono un medico. Ho già frequentato un corso di tre anni per diventare medico di famiglia, ma lo scorso anno, sentendo la necessità di continuare la mia formazione, ho deciso di preparare il concorso per entrare in una scuola di specializzazione. Sapevo che sarebbe stato molto difficile vincerlo e sapevo di partire svantaggiata nello studio essendo diventata mamma da pochissimi mesi di una bambina, lavorando e dovendo fare, in caso di successo, la pendolare ogni giorno da Lecce». Inizia con queste parole il racconto – bello, ma allo stesso tempo triste – di una giovane donna che ha deciso di migliorarsi professionalmente, nonostante le difficoltà quotidiane da affrontare con una famiglia alle spalle.
Sognare è bello, ma Michela ha voluto mantenere i piedi per terra. «La prima cosa che ho fatto, prima di iniziare a studiare, è stata quella di valutare se fosse possibile ogni giorno fare su e giù da Bari: ho controllato gli orari dei treni e mi sono resa conto che la mia idea era fattibile». Si poteva fare, quindi perché non provare?
«Ho iniziato a studiare di notte e con mia grande gioia ho superato il concorso con un ottimo punteggio. Mi sono iscritta alla specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa e ho iniziato a fare la pendolare. Pensavo di dover affrontare tante difficoltà: economiche, formative, organizzative, i sensi di colpa nei confronti di mia figlia, non immaginavo però che i miei sogni sarebbero stati stroncati da Trenitalia».
Sembra incredibile che una persona in grado di superare molti ostacoli, alla fine si debba arrendere di fronte ad una carrozza difficile da prendere. Che i trasporti fossero il vero tallone di Achille del Tacco dello Stivale è cosa ormai nota e si ripropone ogni volta che sta per iniziare la bella stagione, ma ci si dimentica, spesso e volentieri, di chi i treni li prende ogni giorno.
Che cosa sia accaduto lo spiga bene la stessa Michela: «Ad oggi (l’abbonamento va rinnovato entro il 30/11) Trenitalia ha soppresso o modificato ben tre dei quattro treni che ero solita utilizzare: con partenza da Lecce è stato soppresso il treno Freccia Bianca 8826 delle ore 12:03, sostituito da un Freccia Rossa che, nonostante i tempi di percorrenza siano invariati, ci costringerà ad acquistare un abbonamento più costoso del 25%. Sono stati totalmente soppressi i treni con partenza da Bari Freccia Bianca 8803 (delle 15:25), 8813 (delle 20:25) ed il treno 8807 (delle 17:25) è stato sostituito dal Freccia Rossa 9805, con tempi di ricorrenza invariati. Praticamente dalle 14:25 alle ore 19:25 (ben 5 ore) noi pendolari in possesso dell’abbonamento Freccia Bianca non avremo modo di rientrare a casa. Ci viene, inoltre, preclusa la possibilità di integrare il nostro abbonamento con l’abbonamento regionale (in altre regioni questo è possibile)».
Gli ostacoli incontrati sul suo cammino ora sono diventati vere e proprie montagne. «Se prima era già difficile lavorare almeno 38 ore a settimana, impiegare circa 28 ore di trasporti e cercare di essere una madre e una moglie presente, ora sarà impossibile».
È sconfortata Michela: «Mi chiedo se non avessero ragione i miei amici che sostenevano che, a chi vive al Sud ed in particolare a chi vive a Lecce, non resta che emigrare o rassegnarsi. Avevo il sogno di diventare un medico migliore, di poter fornire una maggiore professionalità ai miei assistiti, forse sono solo una povera illusa».
Il motivo per cui ha scritto alla nostra redazione è semplice: molte volte ci si indigna quando gli altri usano parole poco lusinghiere nel descrivere il Salento, ci si arrabbia quando si sbattono in prima pagina i difetti e i limiti di questa terra, una terra bellissima che ha ancora molta strada da fare. Come dimostra la storia della Signora Michela, mamma, moglie e medico che ha difficoltà a lavorare al Sud.