L’articolo 32 della costituzione italiana recita testualmente che ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge’.
Il Decreto del Presidente del Consiglio emanato nella notte tra il 7 e l’8 marzo che impone forti restrizioni ai cittadini nei loro spostamenti sul territorio al fine di contenere il coronavirus sposta l’attenzione, giustamente, dal campo dei diritti a quello dei doveri.
«La salute in questo momento non è un diritto ma un dovere – scrive in una nota l’Aduc, l’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori -. Un dovere nei confronti di noi stessi, nei confronti delle persone che potrebbero morire o trascorrere settimane in terapia intensiva se non rispettiamo le regole che ci sono state prima suggerite, poi caldeggiate, poi fortemente raccomandate. Il prossimo passo è imporle con la forza. È un dovere nei confronti della nostra sanità. È un dovere nei confronti di tutti gli operatori sanitari che da settimane espongono se stessi al contagio prendendosi cura dei malati, è un dovere nei confronti dei sanitari per non costringerli a trovarsi davanti alla necessità di scegliere quali pazienti mettere in terapia intensiva e quali no, guardando alle possibilità di sopravvivenza. È un dovere nei confronti di tutti coloro che sono impegnati a gestire questa emergenza».
Insomma, dice l’associazione dei consumatori portando alla luce un convincimento che deve essere di tutti, non serve a nulla ‘comprare amuchina e far scorte di pasta per poi rilassarci con un aperitivo in centro’. Le immagini circolate in queste ore di tanti Italiani che hanno disatteso le raccomandazioni del governo e delle autorità sanitarie nazionali e internazionali, concedendosi affollate passeggiate, strusci sui corsi e sui lungomari, giri nei centri storici e nei borghi non aiuta e non aiuterà. Scene che non si sono viste soltanto sui Navigli di Milano o nel centro di Roma, ma anche in tante città del Salento in cui si è soliti fare la passeggiata domenicale, malgrado la giornata surreale in cui il Presidente della Regione Michele Emiliano invitava tutti a stare a casa alla luce del rientro dalla Lombardia di tanti pugliesi nella loro regione d’origine, tutte persone che hanno l’obbligo di autodichiararsi sul territorio.
Il distanziamento sociale è ad oggi l’unica raccomandazione che può fermare la curva di crescita del contagio.
«Limitare al massimo possibile i contatti sociali per un mese – concludono da Aduc – e seguire le indicazioni “fortemente raccomandate” dal Governo sarà la soluzione per venire a capo di questa brutta vicenda nel minor tempo possibile e per limitare i danni. La salute, insomma, oggi non è un diritto ma un dovere fondamentale».
(Foto di copertina tratta da tg24.sky.it)
