Divieto di fumo dentro e fuori gli ospedali, ma c’è chi persevera e butta le cicche sui balconi


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Il decreto legislativo n. 6 del 12 gennaio scorso ha esteso il divieto di fumare in tanti luoghi che fino a ieri erano “refugium peccatorum” per i tanti fumatori già ristretti da norme e regole da seguire. La legge, così, vieta di fumare anche all’esterno e nelle vicinanze degli ospedali, tanto che l’ufficio tecnico dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce ha fatto affiggere i cartelli di divieto, con riferimento alla direttiva europea che l’Italia ha recepito, ovvero la direttiva del 2014. Questo è quanto riferisce puntualmente in una nota l’associazione Salute Salento.

I tecnici, inoltre, hanno provveduto a ritirare i portacenere sparsi in ogni zona esterna all’ospedale leccese, come un chiaro segno che a nessuno è permesso violare le disposizioni dettate dal rispetto per la salute di tutti.

Eppure i fumatori incalliti che vanno a trovare un parente ricoverato al Fazzi, non trovando più il portacenere sul balcone dove si era soliti fumare, pensano bene di buttare le cicche per terra, sul terrazzino del reparto di riferimento. Con buona pace non soltanto della legge, ma anche del decoro e della pulizia.

Come viene sottolineato dal presidente di Salute Salento, Cesare Mazzotta, “accade che le cicche si accumulano sul balcone e, sospinte dall’acqua piovana, vanno a intasare il canale di scolo. E il balcone si allaga”.

Difficile trovare una soluzione contro il malcostume e, possiamo anche dirlo, la mancanza di rispetto soprattutto per determinati luoghi dove l’ordine e la pulizia dovrebbero regnare sovrani.

Del resto, in città da palazzo Carafa son partite precise disposizioni contro chi butta le cicche per terra, lontano dai contenitori preposti. E le prime multe sono già fioccate sotto la penna dei vigili implacabili.